Irlanda, primo paese europeo ad adottare in etichetta avvertenze sanitarie

E’ legge: l’Irlanda sarà il primo paese europeo ad adottare in etichetta avvertenze sanitarie. A darne l’annuncio il ministro della Salute, Stephen Donnelly che formalizza la conversione in legge del regolamento.

“Comportamento inaccettabile” così Luigi Scordamglia, consigliere delegato di Filiera Italia, sulla fuga in avanti dell’Irlanda che ha deciso di non attendere il pronunciamento del comitato barriere tecniche in sede WTO previsto per il 21 giugno, dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni già anticipate da diversi Paesi a partire dagli Usa.

“Un aperto gesto di sfida che colpisce una filiera che nel nostro Paese vale 14 miliardi di euro, di cui circa 8 di solo export, e dà lavoro a 1,3 milioni di persone” continua Scordamaglia che sottolinea come “ questo specifico caso risulti un atto distorsivo del commercio e non possa in nessun modo rientrare tra quelli per cui l’introduzione di ostacoli al libero scambio sono giustificati da gravi ed immediati rischi per la salute del consumatore”.

“Lo ricordiamo – prosegue il consigliere – i rischi sono connessi all’abuso di alcol e non certo al suo consumo moderato e consapevole, tra l’altro di prodotti di alta qualità come quelli italiani”. E conclude Scordamaglia: “La decisione della Commissione di avallare la norma appare illegittima e che sussistano tutti i presupposti per ricorrere in corte di giustizia e come Filiera Italia siamo determinatissimi a farlo”.

Per Coldiretti quello dell’Irlanda “è un precedente pericoloso che mette a rischio il record nelle esportazioni di vino Made in Italy di 7,9 miliardi realizzati lo scorso anno. Una decisione che si auspica – sottolinea la Coldiretti – possa essere ridiscussa nel comitato barriere tecniche in sede Wto il 21 giugno dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni già anticipate da diversi Paesi a partire dagli Usa, che sono il principale consumatore di vino.

Ma è anche importante – precisa la Coldiretti – che la Commissione Europea monitori gli effetti sul mercato interno per valutare la possibilità di aprire una procedura di infrazione. Si tratta infatti di una norma distorsiva del commercio che è il risultato di un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che – sostiene la Coldiretti – fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.c. Anche se le esportazioni di vino italiano in Irlanda sono state nel 2022 pari ad appena 45 milioni di euro, la decisione – afferma la Coldiretti – rischia però di aprire le porte in Europa e nel mondo ad una normativa che colpirebbe una filiera che in Italia vale 14 miliardi di euro, dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale vice dell’export agroalimentare”.