In Basilicata si producono fragole in coltivazione “fuori suolo” per un’agricoltura innovativa, sostenibile e agevolata

Le colture fuori suolo oggi sono considerate come una rivoluzione nel settore agricolo, grazie al metodo innovativo di coltivare le piante in assenza del terreno agrario, ovvero il cosiddetto suolo, che non sarà più parte attiva del processo nutritivo della pianta. 

Un vero e proprio metodo innovativo per lo sviluppo sostenibile e ambientale, che ha visto il suo sbocco soprattutto nella coltivazione delle fragole. 

Ma cosa s’intende per “colture fuori suolo” e quali sono i vantaggi apportati rispetto ai tradizionali metodi di coltura? 

Di questo e altro ne abbiamo discusso con il Production Manager dell’azienda Nicofruit, Demetrio Nicodemo. L’azienda sin dalle sue origini si è posta una vision chiara e precisa, ovvero quella di coltivare al naturale adottando soluzioni a basso impatto ambientale e con il tempo si sono distinti per i coraggiosi slanci pionieristici nel settore, che si riflettono nei prodotti e nei metodi innovativi e lungimiranti.

Da dove nasce l’idea di investire nel fuori suolo e soprattutto perché?

L’idea di investire nel fuori suolo nasce innanzitutto dalla difficoltà nel reperire una manodopera specializzata nella raccolta delle fragole a suolo. Quindi l’intento della Nicofruit è stato quello di semplificare il lavoro nei campi e migliorare così le condizioni lavorative dei dipendenti, facilitandone la raccolta, ma anche i lavori di gestione del fragoleto. 

Su quanti ettari si sviluppa la coltivazione?

Al momento abbiamo predisposto un ettaro di terreno per la coltivazione in fuori suolo, ma in cantiere vi è la volontà di aumentare la coltivazione tra gli 8 e i 10 ettari nei prossimi tre anni. Purtroppo i costi per realizzare delle serre in fuori suolo sono molto sostenuti e quindi abbiamo cercato di ammortizzare al meglio i costi con una pianificazione.

Quali sono i benefici sia dal punto di vista colturale ed economico sia dal punto di visto del mercato?

Dal punto di vista colturale il prodotto che viene fuori da una produzione in fuori suolo è uguale al prodotto coltivato in suolo. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale però vi è un ritorno non indifferente. Ad esempio uno dei fattori che ci ha spinto ad approvare sempre di più l’utilizzo del fuori suolo è stato il risparmio idrico, con un risparmio pari all’80/90% rispetto ai tradizionali metodi di coltivazione. Inoltre, sempre grazie al fuori suolo si è aumentata la densità d’impianto, ovvero dove prima si poteva piantare fino a 4 piantine per metro quadro, ora si possono piantare fino a 13 piantine per metro quadro, grazie allo sviluppo in altezza di più filari. Non per ultimo con la coltivazione in fuori suolo siamo riusciti ad ottenere un prodotto totalmente nickel free, in quanto nel nostro caso per far crescere le piantine abbiamo utilizzato il metodo in substrato che prevede l’impiego di sacchetti contenenti fibre di cocco.

sfoglia la rivista

Potrebbe interessarti anche...