Idee in Fiera
Fieri di una idea. Sì, cè da essere fieri di aver organizzato una fiera dell’uva da tavola proprio in Puglia. Questo l’ho detto sin dal principio quando, da componente della CUT, ci è stata sottoposta la “suggestione” di collaborare all’organizzazione di questo appuntamento. Una intuizione però non basta da sola, deve essere sostenuta da una progettualità più ampia…nel nostro caso da una offerta di contenuti che rendesse la kermesse una opportunità per tutto il comparto per fare sistema tra operatori, commercianti, distribuzione, breeders e vivaisti. In questo, come Commissione dell’Uva da Tavola, ci siamo spesi in maniera diretta, profondendo il massimo sforzo per creare un dibattito importante sui temi caldi per la filiera (trend topics direbbero gli anglofoni). Direi, guardando il calendario degli incontri e dei convegni, che ci siamo riusciti: la sinergia ha funzionato. Ritengo che nei giorni della fiera ci si potrà confrontare in modo franco ed onesto con voci autorevoli e protagonisti del mondo del breeding, analisti di mercato, esperti della nutrizione, export manager, legali in diritto della proprietà intellettuale, fornitori di packaging, consulenti per la difesa/nutrizione della pianta, per l’irrigazione e le coperture e via discorrendo. Insomma: il mondo dell’uva da tavola sarà tutto a Bari. Bene! L’altro giorno un amico mi chiedeva: “cosa ti aspetti da questa fiera”? Mi aspetto solo una cosa, ho risposto, ovvero che tutti coloro i quali hanno un qualche interesse nella filiera lavorino per il bene della stessa e non solo per il proprio tornaconto personale. Ripeto da giorni a chi mi affianca nel lavoro quotidiano che la mission di una azienda con la A maiuscola deve essere quella di “fare bene per fare del bene”. E non c’è da scomodare qualche filosofo antesignano della solidarietà mutualistica (in quella, badate, ci credo poco essendo un liberista nato … e cresciuto come tale), no! Bisogna solo pensare a una cosa: quel principio di sostenibilità cui richiamano oggi tutte le narrazioni degli esperti di marketing non può rimanere nell’iperuranio delle idee, bensì va calato nell’agire quotidiano. Una o più imprese sono sostenibili se con il loro agire imprenditoriale creano impatti positivi per territori e comunità nella loro interezza. Fare del bene per me è creare valore che si espande lungo tutto l’arco della filiera. E in quest’ottica devono entrare anche fornitori e consulenti, a tutti i livelli: da valle fino al mondo della finanza legata agli ESG: siamo tutti un’unica squadra, se va bene per uno va bene per tutti. Basta fare lucro sull’anello debole, prospettiva che cambia mano mano che si sale fino ai fondi di investimento. Teniamoci stretta la nostra filiera. Stringiamoci a coorte, ripeto spesso. Ma non facciamolo a chiacchiere. Anzi facciamo le chiacchiere per passare all’azione!
Buona LUV a tutti!