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Guida alle malattie fungine delle piante

Oidio, peronospora, ruggine, botrite, ticchiolatura ecc. ecc., sono tra le infezioni fungine più diffuse nei nostri orti e che nonostante l’impegno, le cure e le assidue attenzioni attaccano le nostre piante. 

Ma quanto le conosciamo? Scopriamolo insieme in una guida sulle principali malattie fungine, su come riconoscerle, prevenirle e quali principi attivi utilizzare per combattere le infezioni in atto.

Le malattie fungine della pianta, chiamate anche “malattie crittogame”, sono infezioni provocate da agenti patogeni che appartengono al regno dei funghi.

Per gli agricoltori e i coltivatori rappresentano dei nemici silenziosi e implacabili ma facilmente rilevabili anche ad occhio nudo.

I parassiti tendono a consumare la foglia della pianta colpita, mettendo poi a rischio l’intera produzione. 

Generalmente, le piante vengono attaccate dalle malattie fungine quando il clima è troppo umido, la primavera è troppo piovosa o in estate vi sono temperature molto calde.

OIDIO

OIDIO: Noto anche con il nome di “Mal Bianco”, a causa del colore della muffa che si presenta come una polvere biancastra simile al talco, è una delle muffe che si espande rapidamente su tutte le parti della pianta. Sulle lamine fogliari appaiono gradualmente delle decolorazioni che portano all’ingiallimento e poi al disseccamento colpendo poi anche i fiori ed il fusto, le quali subiscono delle deformazioni notevoli. 

La malattia è causata dalla penetrazione del micelio del fungo all’interno delle cellule vegetali alla quale segue poi la muffa. Solitamente l’oidio si manifesta in condizioni di elevata umidità ambientale ma non è un fattore limitante. Per eliminare l’infezione o per bloccarla sono consigliati soluzioni di propoli e zolfo o in agricoltura biologica utilizzre l’antagonista dell’Oidio ovvero “ Ampelomyces Quisqualis”.

PERONOSPORA

PERONOSPORA: È facilmente riconoscibile perché caratterizzata da macchie sulla pagina superiore delle foglie rotondeggianti mentre nella pagina inferiore sono presenti formazioni di muffa di colore bianco/grigio.

La peronospora penetra all’interno dei tessuti fogliari tramite gli stomi, cioè delle minuscole fessure che permettono gli scambi gassosi tra foglia e atmosfera.

Post attacco la foglia inizia a macchiarsi e poi successivamente a seccarsi parzialmente o in maniera totale. Anche il frutto può essere colpito portandolo alla putrescenza, presentando inizialmente delle macchie color nocciola.

Per combattere l’attacco è preferibile trattare con prodotti a base di rame, il cui uso deve sempre essere molto moderato e regolato secondo le norme agricole. Come alternativa si possono usare trattamenti a base di propoli, macerato d’ortica e macerato d’aglio, meno aggressivi ma più naturali.

BOTRITE

BOTRITE: Chiamata anche “Muffa Grigia della vite” è tra le malattie fungine più gravi che minacciano la viticoltura italiana. La Botrytis cinerea colpisce in particolar modo gli acini d’uva in fase di maturazione, ma può manifestare i suoi sintomi anche sulle foglie e i germogli, ovvero gli organi vegetativi della pianta di vite. 

 È un fungo parassita aerobico, cioè si sviluppa in presenza di ossigeno, ed è polifago, ovvero può attaccare piante diverse, infatti colpisce diverse colture oltre alla vite, attaccando principalmente i frutti, ma a volte anche germogli e foglie.

È molto importante prevenire la botrite con adeguate pratiche agronomiche e trattamenti mirati.

La botrite si “risveglia” in primavera, quando trova le condizioni ambientali favorevoli. A seguito di piogge prolungate, associate ad umidità elevata, il fungo si sviluppa, sino a produrre in circa una settimana un’abbondante muffa grigiastra.  Le condizioni ottimali allo sviluppo dell’infezione da botrite si verificano con un’umidità relativa oltre il 90%, capace di mantenere bagnata la vegetazione per circa 15 ore a temperatura media di almeno 15 °C. Tale condizione è nota come regola dei due “15”. Inoltre altri fattori che favoriscono l’insediamento e lo sviluppo della muffa grigia sono: la minore resistenza delle bucce alla penetrazione del fungo, le ferite provocate da diversi fattori come grandine, insetti (in particolare le tignole) e oidio (che causa di microferite predisponesti).

Appena notate i primi sintomi della botrite, eliminate le porzioni vegetali colpite e irrorate con un buon fungicida a base di rame.

rimedi più specifici e utili contro la botrite sono rappresentati dall’utilizzo di appositi prodotti antibotritici reperibili in commercio. Per alcuni è necessario disporre di patentino (si tratta di fitofarmaci a tutti gli effetti), ma sicuramente molto efficace risulta la prevenzione.

RUGGINE DELLE PIANTE

RUGGINE DELLE PIANTE:  Lo sviluppo della ruggine inizia in primavera quando le temperature non sono troppo basse, con temperature che variano dai 18 ai 24 gradi e l’umidità nell’aria è ancora piuttosto elevata nelle prime ore del mattino e la sera, rendendo i terreni umidi un ambiente ideale per la prolificazione.

È una malattia di origine fungina che attacca un po’ tutte le piante ornamentali (gerani, rose, gladioli, ortensie, lauroceraso), alberi da frutto (nespolo, fico, pesco, noce), alcune specie ortive (zucchine e melanzane). 

Le foglie delle piante infette presentano macchie di colore giallo-arancione che, con il passare del tempo, diventano nerastre e sempre più grandi fino a provocare un arresto dello sviluppo vegetativo e alla morte graduale della pianta.

I principi attivi più utilizzati nella lotta alla ruggine sono gli anticrittogamici a base di rame e zinco, che devono essere somministrati alla pianta ogni 10-15 giorni solo in caso di malattia.

TICCHIOLATURA

TICCHIOLATURA:  Tra le malattie fungine è la più grave per il melo, causata dal fungo Venturia inaequalis, e per il pero, causata dal fungo Venturia pirina.

La ticchiolatura ama in particolar modo gli ambienti umidi uniti a uno scarso ricircolo d’aria.  I periodi più predisposti alla prolificazione sono senza dubbio la primavera, soprattutto se molto piovose, e l’autunno, infatti la ticchiolatura ama le temperature comprese tra i 23 e i 26 gradi.
La stagione che ci viene in aiuto di fatto è l’estate, perché la ticchiolatura non sopravvive nei caldi mesi estivi.

Riconoscere un attacco di questa malattia fungina è fortunatamente semplice, le piante colpite da ticchiolatura infatti iniziano a presentare macchie di colore bruno nerastro prima nella pagina superiore e poi anche in quella inferiore. 

Come si dice sempre prevenire è meglio di curare ed infatti i metodo più efficace per prevenire la comparsa della ticchiolatura sono: effettuare una buona potatura delle piante per permettere una giusta areazione delle stesse e monitorare che non ci siano zone maggiormente umide, dovute spesso a ristagni d’acqua.

Un metodo efficace per prevenire la ticchiolatura del pero, del melo e di altri alberi da frutto è quello di effettuare dei trattamenti con prodotti rameici, consentiti anche in agricoltura biologica, come la poltiglia bordolese.

In caso di malattia già presente i prodotti più efficaci e conosciuti sono a base di mancozeb, penconazolo e captano. Se invece vogliamo utilizzare dei rimanendo biologici, l’equiseto può essere un’ottima arma per sconfiggere la ticchiolatura.

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