Giuseppe Porro e la filiera orticola: “Dove stanno andando i consumi?”

In tanti mi chiedono una riflessione sulla filiera orticola. Quali sono i trend e come si sta evolvendo. 

Partiamo dall’estate. A causa della siccità c’è stato un ritardo nella realizzazione degli impianti di semina, quindi, tutto quello che doveva essere seminato normalmente tra giugno luglio e agosto è stato spostato a settembre. Quindi, temporalmente parlando, la prima criticità la riscontriamo al momento della semina.

In merito ai consumi, una prima frenata che connota una contratture di consumi l’abbiamo a dicembre, ma la ritengo poco rilevante in un’ottica sistemica. Diciamo che in una dinamica più ampia non fa testo, poichè abbastanza lenta e perché c’è la presenza del Natale con annesse dinamiche di consumo che coinvolgono anche la  la frutta. Su tutti i mercati a dicembre la GdO registra un calo del 20% di consumi. 

A gennaio allorquando si inizia normalmente con la campagna delle verdure vera e propria, registriamo un freno da parte dell’importazione. Fortunatamente l’andamento climatico riesce a sostenere le quotazioni e a supportare anche la raccolta del prodotto che intanto inizia ad arrivare con stock importanti: alla fine si crea il giusto equilibrio. 

Invece da febbraio si fa i conti con un aumento delle temperature che va impattare su tutto il seminato, in ritardo (e quindi portato a marzo e febbraio come raccolta). Una congiuntura di variabili che crea un fenomeno particolarmente disastroso per quasi tutte le colture orticole: il clima con temperature alte con il freno dell’importazione dal nord Europa che da due tre anni destina ad altro il consumo, crea un corto circuito importante. 

La speranza è che dopo aver raggiunto il picco di produzione ci sarà un picco di vuoto che naturalmente sarà colmato da un aumento sia del consumo che della produzione di ortaggi. Se questo non dovesse accadere sarà disastroso. Quindi tutti gli ortaggi cercheranno di colmare dal prossimo mese il disastro che in questo momento c’è stato. 

Chiudo facendo una riflessione proprio su quello che sta accadendo negli ultimi 3 anni con i consumi del Nord Europa che si stanno spostando su altri prodotti. Se oggi cerchiamo di programmare, dovremo farlo di più e meglio. La priorità è analizzare a fondo le dinamiche di consumo per trarne inferenze che vanno ad impattare sulle dinamiche produttive. Dovremo creare una armonizzazione tra i trend e le dinamiche e la gestione colturale nei siti di produzione.

Chiudo con una provocazione, in linea con i temi di questo numero: dove stanno andando i consumi? Capendo questo, capiremo molte cose ed avremo molti meno problemi.