Giornata mondiale dell’Ambiente 2023. Tre le parole d’ordine: riciclo, riuso e riduzione
Giornata Mondiale dell’Ambiente: Le tre R di “riciclo”, “riuso” e “riduzione” per ridurre la plastica.
“Elimina l’inquinamento della plastica”: è lo slogan-appello della Giornata mondiale dell’Ambiente 2023, istituita dalle Nazioni Unite 50 anni fa, il 5 giugno 1973. Tre le parole d’ordine: riciclo, riuso e riduzione. Il messaggio è chiaro: il mondo sta morendo soffocato dalla plastica e bisogna agire subito.
Ma il senso di questo agire subito va condiviso affinchè si pianifichi un processo razionale, non viziato da corse in avanti che possono penalizzare i pochi, a discapito dei tanti che non mutano però atteggiamento.
Un esempio? La plastic tax, ovvero la tassa sugli imballaggi in plastica che come sappiamo è slittata di un altro anno, ma l’obiettivo deve essere quello di accantonarla per sempre per lavorare in altre direzioni. A corroborare le nostre perplessità e i nostri dubbi oggi ci sono i feedback che giungono da paesi che l’hanno già applicata, come il Regno Unito e la Spagna. Se per quest’ultima possiamo parlare solo di previsioni e di potenziali impatti sui costi per le aziende, per il Regno Unito possiamo fare alcune considerazioni empiriche.
La nuova tassa, a differenza della versione spagnola, è sugli imballaggi di plastica prodotti o importati con una componente di plastica riciclata inferiore al 30%. L’aliquota dell’imposta è di 200 sterline per tonnellata metrica di imballaggi in plastica. Sei mesi dopo l’entrata in vigore, i primi dati delineano un quadro con luci e ombre. La plastic tax ha generato un gettito di oltre 135 milioni di sterline: la stima è quindi di raccogliere intorno ai 270 milioni di sterline in un anno. La tassa non è stata tuttavia esente da critiche.
I produttori contestano, come in Spagna, gli oneri aggiuntivi per le aziende. La stima del governo è che la tassa costerà in un anno alle imprese circa 235 milioni di sterline, ma le aziende ritengono sia una previsione al ribasso. per evitare di pagare la tassa la domanda di plastica riciclata da parte dei produttori di imballaggi è aumentata.
È emerso, tuttavia, un problema: c’è difficoltà nel reperirne una quantità sufficiente. A risentirne sono soprattutto le piccole e medie imprese, dotate di minori leve finanziarie: a causa dell’offerta insufficiente il costo della plastica riciclata è schizzato così in alto che in tanti preferiscono pagare la tassa, mentre le grandi aziende riescono ad accaparrarsi facilmente tutta la produzione.
Questo effetto indesiderato sta evidentemente limitando in maniera notevole l’efficacia della misura. E su questo i nostri policy maker devono ragionare, cercando altre strade per incentivare l’uso di plastica riciclata.
A cura della Redazione