Frutta e verdura sono la prima voce di spesa degli italiani

Si tratta di un dato emerso da un’indagine di Coldiretti, recentemente diffusa. Tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia risulta infatti quello a far registrare una maggiore propensione al consumo di ortofrutta con più di 8 italiani su 10 che mangiano almeno una porzione di frutta o verdura al giorno

Frutta e verdura rappresentano la prima voce di spesa delle famiglie italiane a tavola, superando in valore tutta una serie di prodotti, come carne e pasta, pesce e formaggi, latte e olio, “per un totale di quasi 1300 euro all’anno, con la svolta green spinta dall’emergenza Covid”. E’ questo il dato più significativo, che racconta delle preferenze in ambito alimentare della popolazione italiana, emerso da un’analisi di Coldiretti.

Alcuni dati legati ai consumi
Come si legge in un comunicato diffuso sul proprio sito, secondo Coldiretti l’Italia è, tra i Paesi dell’Unione Europea, quello che ha manifestato una maggiore propensione al consumo di ortofrutta. Sono più di 8 su 10 (l’81% per la precisione) gli italiani che mangiano almeno una porzione di frutta o verdura al giorno. Il primato nazionale riguarda anche le quantità, considerando il fatto che, nel 2020, il consumo pro capite annuo “è stato di 160 chili, davanti a molti Paesi europei, come la Germania (109 chili) o il Regno Unito (101 chili)”, hanno sottolineato gli esperti.

La preferenza verso il “made in Italy”
Il trend legato all’aumento del consumo di frutta e verdura nel nostro Paese, non è recente ma pari a quasi un miliardo di chili nell’ultimo decennio. A trainare il mercato, riporta ancora Coldiretti, la popolazione più giovane che ha sempre più un occhio di riguardo per il benessere a tavola “con smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o anche a casa grazie alle nuove tecnologie”. In quest’ottica e per garantire il consumo di prodotti sicuri e genuini, la tendenza è quella di acquistare (vale per l’88% degli italiani) frutta e verdura rigorosamente “made in Italy”, sottolineano gli esperti. Per ottenere prodotti freschi e di qualità, ma anche per sostenere il sistema produttivo nazionale, la stessa Coldiretti consiglia, sull’onda di questo trend, di “verificare la provenienza italiana, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori e non cercare per forza il frutto perfetto perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali”. Tra le situazioni sotto accusa, conclude Coldiretti, “le importazioni incontrollate dall’estero favorite dagli accordi commerciali agevolati stipulati dall’Unione Europea” con condizioni favorevoli concesse a Paesi come Marocco, per quanto riguarda il pomodoro da mensa, le arance, le clementine, le fragole, i cetrioli e le zucchine o ancora all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. Si tratta di accordi, dicono gli esperti, “fortemente contestati perché nei Paesi di origine è spesso permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera”.

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