Fruit Logistica: Le Indicazioni Geografiche e l’offerta di Ortofrutta Italiana

Con un valore economico di 379 milioni di euro le indicazioni di origine che riguardano il settore ortofrutticolo, tra DOP ed IGP, hanno richiamato l’attenzione degli operatori del settore all’interno della Fiera Fruit Logistica di Berlino. 

L’incontro,  organizzato dal Consorzio Edamus e coordinato dall’Editore di Foglie, Donato fanelli, si è aperto con l’intervento del Dott. Emilio Ferrara, vicepresidente dell’associazione italiana  Consorzi di tutela, il quale ha rimarcato l’importanza di un’unità di intenti tra tutte le indicazioni geografiche del settore ortofrutticolo. Sono state richiamate all’attenzione, nell’intervento del Dott. Ferrara, da un lato le peculiarità di ognuno di questi prodotti, sottolineandone il valore non solo economico ma anche culturale, ma dall’altro sono emerse anche le criticità che inevitabilmente vengono a manifestarsi. 

La presidente del Consorzio del Fico d’india dell’Etna, Sarah Bua, ha poi preso la parola avventurandosi nel racconto di un frutto antichissimo ed estremamente conosciuto che però nasconde dietro di sé delle problematiche. Il Fico d’india è una specie estremamente versatile che rappresenta una delle nuove frontiere all’interno della frutticoltura moderna, la Dott.ssa Bua ha, per questa ragione, sottolineato l’importanza di aver costituito un’indicazione di origine  con lo scopo di far emergere un frutto che spesso rimane ai margini del comparto ortofrutticolo. 

I piccoli produttori siciliani attraverso questo consorzio di tutela trovano finalmente uno spazio nel mercato che consente loro di portare il proprio prodotto anche al di fuori dei confini geografici, inoltre tale consorzio di tutela non fa altro che unire i frutticoltori e consentire loro di portare avanti dei progetti scientifici volti ad eliminare le problematiche che limitano questa filiera. La ricerca si renderebbe necessaria sia rispetto alla shelf life del frutto ma anche sulla costituzione di nuove varietà prive di glochidi, queste porterebbero numerosi vantaggi dal punto di vista commerciale abbattendo le barriere del consumatore che considera il fico d’india un frutto di difficile gestione.

Il presidente del Consorzio di tutela del Carciofo di Paestum, Alfonso Esposito, richiama invece un altro aspetto legato alla difficolta all’interno del mercato, di far emergere un prodotto IGP che spesso rischia di essere banalizzato, la risposta a questa difficoltà è una comunicazione costante con i consumatori, i quali hanno il diritto di essere opportunamente informati rispetto ai prodotti che si trovano ad acquistare. 

Il tema della comunicazione è stato più volte ripreso all’interno del dibattito da Giulia Ingino, Presidente del consorzio della Castagna Marrone di Serino, anche questa un’eccellenza italiana. Il consorzio si è costituito in risposta alla distruzione di svariati ettari di castagneti a causa di Cinipide galligeno. In questo caso il consorzio nasce dalla necessità di conservazione di un prodotto che sta andando perdendosi portando via con sé un pezzo di cultura di un territorio. 

Gerardo Diana, presidente del Consorzio IGP dell’Arancia Rossa di Sicilia e Michele Laporta presidente del Consorzio Uva di Puglia hanno sottolineato l’importanza del ruolo centrale delle istituzioni le quali devono fare un lavoro di costante aggiornamento per non lasciare indietro le ultime varietà costituite che possono rappresentare una nuova frontiera per queste filiere. La stessa necessità di innovazione all’interno dei protocolli delle indicazione geografiche arriva da Vito Busillo, presidente del Consorzio della Rucola IGP il quale ha anche sottolineato l’importanza dei controlli da parte delle autorità competenti le quali certificano la qualità e l’identità del prodotto.

Dall’Onorevole Cerreto arriva infine una provocazione rispetto a questi prodotti ma soprattutto rispetto al complesso normativo che si erge alle spalle delle indicazioni d’origine. L’onorevole Cerreto pone ai presenti diversi quesiti: “Esiste un valore aggiunto derivante da queste produzioni? Queste produzioni sono davvero riconoscibili? Ma soprattutto sono facilmente reperibili dal consumatore?”. È evidente che vi siano dei Consorzi meno funzionali di altri ed è evidente che all’interno di queste realtà si celino delle problematiche, è necessario pertanto che le istituzioni e tutti gli operatori del settore lavorino duramente per combattere da un lato le frodi legate a questa fascia di mercato e dall’altro per rendere queste produzioni delle vere eccellenze del territorio affinché vi sia un riconoscimento dal parte del consumatore ma anche un ritorno economico e di prestigio per il produttore