Frantoiani stretti nella morsa delle speculazioni

Quando i conti non tornano, l’unico modo per vederci chiaro è rendere trasparente un processo. Ed in sintesi è ciò che chiedono i frantoiani della FIOQ che sono stati ascoltati dai dirigenti del Mipaaf, convocati dopo numerose missive indirizzate i diversi ministri all’Agricoltura che si sono succeduti in questi anni.
In questo numero siamo in grado di resocontare l’audizione in anteprima. Più volte i frantoiani hanno affermato che la filiera olivicola pugliese è stretta nella morsa delle speculazioni perpetrate da vere lobbies che, di fatto, dettano legge e ne definiscono le dinamiche.
Dinamiche che non sottostanno alle normali leggi di mercato che vogliono che quando il prodotto manca, il prezzo salga. Ebbene, dati alla mano, i frantoiani hanno dimostrato che anche nelle annate di scarico le quotazioni sono altalenanti e, di fatto, hanno portato molti di loro a pagare le olive ad un prezzo più alto rispetto a quello riconosciuto dal mercato all’olio extravergine 100% italiano.
Manca, quindi, trasparenza in una filiera che presenta quotazioni “schizofreniche” durante l’annata.
Questo nonostante ci siano variabili tra loro concatenate che dovrebbero rendere prevedibile l’andamento del mercato in maniera scientifica: quantità degli stock invenduti, previsioni sull’annata, scenari legati ai cambiamenti climatici ed eventi calamitosi (ivi comprese batteriosi con cui convivere), ipotesi produttive nei paesi competitor, trend di mercato, prospettive ed impatti delle azioni dei policy maker nazionali ed europei.
Dovrebbero, quindi, offrire dati a sufficienza per razionalizzare le dinamiche dei prezzi. Ma se ciò non avviene è perché sotto la superficie qualcosa si muove. A dimostrarlo sono sempre i numeri, tant’è che le stime che si fanno alla vigilia di ogni campagna non trovano riscontri al termine della stagione olivicola. Stime che, manco a dirlo, vengono sempre riviste al rialzo, anche nell’anno di scarica.
Coincidenze che possono essere spiegate solo attraverso l’ingresso di partite di olive da paesi terzi. Importazioni, per dirla con un eufemismo, poco trasparenti. Ecco, quindi, che il mantra dei frantoiani diventa: “controlli”.
Utili a monitorare le stime pre-raccolto e verificare le rese, tracciare i movimenti di compravendita di olive tra le diverse regioni e seguire le rotte dell’import da Tunisia e Marocco.
Soluzioni percorribili sin da subito: potremo verificare nell’immediato l’attenzione che il Ministero darà al comparto dei frantoiani. Di tempo, ormai, la categoria non ne ha più!
A cura della Redazione di Foglie TV
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