Servizio civile: pubblicati due bandi per 1.830 posti nell'agricoltura sociale

Foglie Flash News dalle regioni

Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP lancia una linea per arance da spremuta

 “NECESSARIO DISTINGUERE IL FRUTTO PREMIUM DA QUELLO DA SPREMERE PER GARANTIRE CONSUMATORI E PRODUTTORI”

Il presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP ha scritto una lettera alle catene della Grande distribuzione organizzata per annunciare la realizzazione di una nuova banda consortile che dovrà essere utilizzata per il confezionamento dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP da spremuta, in maniera da differenziarla in modo chiaro e visibile dalla banda tradizionale del consorzio e da quelle autorizzate in co-branding per il prodotto Premium.

“Il nostro consorzio, pur avendo avuto in questi anni rare occasioni di confronto con la GDO, si è sempre dichiarato disponibile ed ha accolto le richieste di co-branding, concepito come uno strumento per promuovere il proprio brand insieme al vostro, per aumentare il posizionamento dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP, per conquistare nuovi spazi di mercato e raggiungere nuovi consumatori interessati a prodotti garantiti e di alta qualità e per assegnare un valore aggiunto al prodotto, perché siamo convinti che il sistema della GDO costituisca oggi la colonna vertebrale per la vendita al consumo.

Purtroppo, abbiamo avuto modo di constatare invece che alcune catene della GDO che utilizzano il co-branding per il lancio di campagne promozionali e di vendita del prodotto al limite del sottocosto.

E questo non va bene soprattutto in questi giorni dove il prodotto premium è ampiamente disponibile e al meglio delle caratteristiche organolettiche e commerciali.

Quanto accaduto va ovviamente in contrasto con quanto descritto prima sulle motivazioni che hanno spinto il Consorzio ad accettare ben volentieri il co-branding”, aggiunge il presidente Diana.

Con questa lettera aperta e con l’adozione della nuova banda di etichettatura che distinguerà, da qui in avanti, il frutto premium da quello da spremuta, dare il nostro fattivo contributo per costruire una rete relazionale che consenta un confronto costante che ci aiuti anche a superare eventuali incomprensioni o a segnalare insoddisfazioni, come quella sopra riferita”
, conclude il numero uno del Consorzio.

Il futuro della melicoltura della Val Venosta garantito da tanti giovani che ci credono

Il futuro delle mele in Val Venosta è assicurato dai giovani che credono nell’agricoltura. Il settore li attrae non solo perché rientra in una tradizione consolidata, ma anche perché è competitivo, è ricco di sfide e si colloca ai più alti livelli in ambito internazionale. Essere melicoltore è oggi per i giovani della Val Venosta uno status vincente.

Per Vip, l’associazione che riunisce 1.600 aziende agricole della valle, e per i suoi partner della distribuzione e di tutta la filiera, questa è una garanzia straordinaria di continuità: all’entusiasmo dei giovani si accompagna, infatti, la fiducia nel mantenimento anche per il futuro di alti livelli di qualità nell’offerta di mele al mercato interno e internazionale.

La fattoria diventa centro di servizi: in Emilia-Romagna è legge l’agricoltura sociale

Via libera dell’Assemblea legislativa alla nuova legge “Norme in materia di agricoltura sociale” proposta dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna che, per sostenerla, stanzierà risorse per oltre 1,37 milioni di euro, di cui 75 mila da bilancio regionale e 1,3 milioni dai fondi europei del Psr (Programma di sviluppo rurale). Risorse che andranno a finanziare interventi formativi, azioni di informazioneanimazione e comunicazione, con incentivi per adeguare e allestire le fattorie sociali.

Con l’approvazione di questo provvedimento si crea la possibilità, per le aziende agricole, di allargare la propria dimensione di attività.  La dimensione sociale, in questo caso, consentirà loro di aprirsi alle comunità, diventando luogo di inclusione e di sviluppo sostenibile, che avrà al centro proprio la fattoria, che diventa il luogo in cui il lavoro può diventare opportunità per le persone più fragili, ma anche nuova fonte di integrazione al reddito per le imprese.

<<Un passo in avanti a sostegno di una dimensione che tiene assieme, a 360 gradi, diversi aspetti del vivere, del lavoro, dei territori rurali e della socialità – ha commentato l’assessore all’agricoltura, Alessio Mammi -.

La fattoria sociale diventa centro di servizi dove la coltivazione dell’orto, la cura degli animali, il ciclo biologico e naturale offrono stimoli nuovi per interventi di socializzazione, di formazione, di supporto all’educazione. L’agricoltura sociale costituisce, quindi, un approccio innovativo fondato sull’abbinamento di due concetti distinti: l’agricoltura multifunzionale e i servizi sociali/terapeutico-assistenziali a livello locale. Il tutto in un più stretto e virtuoso rapporto con il territorio mettendo in rete imprese agricole, utenti fragili, enti pubblici, cooperative sociali e consumatori responsabili>>.

La legge prevede l’istituzione di un elenco delle fattorie sociali – che sarà pubblicato online sul sito della Regione – in cui saranno inserite, provvisoriamente, le fattorie che già svolgono attività di agricoltura sociale.

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