Filiera cerasicola, in Emilia continuano gli incontri formativi/informativi

Lo abbiamo detto dalle colonne del nostro giornale: se non si fa rete, se non si fa innovazione, il comparto cerasicolo pugliese è spacciato. Abbiamo condiviso appieno le posizioni di Gianni Porcelli presidente del Consorzio Ciliegia di Bisceglie e del prof. Catalano che da queste pagine hanno lanciato un accorato appello ai cerasicoltori, ovvero di sganciarsi dal passato e di guardare al futuro. Perché il simposio internazionale tenutosi in Emilia Romagna, qualcosa ce lo deve avere pur insegnato: siamo tagliati fuori dal mondo. Per la serie “noi ce la suoniamo e noi ce la cantiamo”. 

L’Emilia continua, infatti, ad aggregare mondo della produzione, enti di ricerca e fornitori. Si è svolto il 16 giugno 2022, l’open day Salvi Vivai. Un appuntamento che ha confermato le presenze delle scorse edizioni: sono state infatti circa 200 le persone che sono arrivate a Runco di Portomaggiore, in provincia di Ferrara, per visitare il ceraseto sperimentale ad altissima densità di ciliegio Sweet.

I partecipanti oltre che da tutta Italia venivano dalla Francia, Germania, Grecia, Moldavia, Albania, Uzbekistan.

Quello di Runco è un impianto conosciuto a livello nazionale ed internazionale per l’importante sperimentazione che Salvi Vivai sta conducendo con il fondamentale supporto della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. La sperimentazione è iniziata a fine anni ’90, con il coordinamento del professore emerito Silviero Sansavini e del dottor Stefano Lugli, e ha preso spunto dal lavoro già ottimizzato per melo e pero; negli anni la tecnica si è via via affinata fino a rendere l’impianto ad alta densità del ciliegio finalmente una realtà.  “Questo ceraseto è l’esempio concreto di come la collaborazione tra il mondo universitario della ricerca e aziende private possa raggiungere e ottenere risultati ottimali” ha spiegato Stefano Tartarini, professore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e neo-responsabile del progetto Sweet.

Per essere precisi sarebbe più corretto parlare di “Sistema” anziché di “impianto” poiché si sta parlando di una realtà complessa nella quale differenti elementi convergono e collaborano in modo unitario per lo scopo principale di costituire un ceraseto ad alta qualità e produttività. Fanno parte, infatti, di questo sistema non solamente le piante di ciliegio innestate su portinnesti nanizzanti e piantati in modo molto fitto, ma anche l’impianto di irrigazione goccia a goccia, e le coperture antiacqua, antigrandine, antinsetti e antiuccelli che contribuiscono ad ottenere un prodotto finale migliore e proiettano questa tipologia di frutteto nel mondo delle colture sostenibili. Protagoniste le ciliegie della famiglia Sweet che da quest’anno hanno acquisito una new entry, Sweet® Dave, con caratteristiche agronomiche ed organolettiche perfettamente in linea con le “sorelle”.

Il risultato di questo ottimo connubio si è potuto durante l’open day: ottima qualità e grande quantità di frutti, oltre a sostenibilità economica e gestionale; a conti fatti sono importanti e pesanti i risvolti positivi che l’adozione degli impianti ad alta densità con ciliegie Sweet possono garantire.

E per la Puglia? Eppur qualcosa si muove verrebbe da dire. L’annuncio di un Contratto di Filiera interregionale tra i distretti della Puglia, Emilia Romagna e del Trentino mettere insieme l’80% della produzione nazionale di ciliegie destinate al consumo fresco, con un calendario di raccolta esteso per tre mesi e mezzo. Monari, direttore del Consorzio Ciliegia di Vignola Igp, spiega: “Confrontandoci tra le nostre realtà, abbiamo condiviso l’importanza di fare innovazione, introducendo non solo miglioramenti dal punto di vista varietale, ma anche di impianti di coperture e magazzini di lavorazione, per arrivare sul mercato con un prodotto eccellente. Per questo, stiamo lavorando già con la Puglia, ma vogliamo coinvolgere anche il Trentino (Melinda, ndr), per accedere a un bando del Pnrr della durata di quattro anni. Su questa linea ci sono complessivamente, a oggi, 1,2 miliardi di euro, ed è possibile avere accesso, con una partecipazione interregionale, fino a 50 milioni”.

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