Emissioni, De Castro: nostri allevamenti non sono ciminiere
Discussione sulla nuova proposta Ue di riduzione delle emissioni industriali
Bruxelles, 29 settembre 2022. “Condividiamo l’obiettivo dell’esecutivo Ue di ridurre i gas serra e l’inquinamento nel suolo e nell’acqua. Ma non permetteremo che questo obiettivo degeneri nell’ideologia, paragonando i nostri allevamenti a delle ciminiere e mettendo a repentaglio la sostenibilità del settore zootecnico, che si trova già oggi a dover affrontare numerose sfide”. Così Paolo De Castro, relatore per il Gruppo S&D in commissione Agricoltura del Parlamento europeo sulla direttiva sulle Emissioni industriali, nel suo intervento a commento della proposta della Commissione Ue, che vorrebbe obbligare anche gli allevamenti di minori dimensioni a sottomettersi a un regime di autorizzazioni e a implementare pratiche produttive sempre più stringenti.
“I nostri allevatori si distinguono già a livello globale per l’utilizzo di tecniche innovative per migliorare costantemente le loro performance ambientali, e devono essere supportati nella transizione verso modelli produttivi capaci di coniugare ancora meglio i tre livelli di sostenibilità: sociale, ambientale e economica. Al contrario – commenta l’europarlamentare PD intervenendo durante la riunione della commissione Agricoltura, che ha visto anche la presentazione del Documento di Lavoro con gli obiettivi politici in merito alla riforma delle Indicazioni geografiche – un sistema di autorizzazioni, come quello proposto dalla Commissione Ue, imporrà anche alle aziende più piccole l’utilizzo di pratiche calate dall’alto, senza adattarsi alle varie esigenze produttive né garantendo loro alcun sostegno”.
“Siamo pronti a metterci al lavoro – conclude De Castro – per migliorare una proposta sproporzionata da parte dall’esecutivo Ue, che allo stato attuale non può essere sostenuta dalla commissione Agricoltura, se non con sostanziali aggiustamenti che salvaguardino le nostre produzioni e la sicurezza alimentare dei nostri cittadini. Non possiamo permetterci di mettere a rischio la sostenibilità dei nostri agricoltori e allevatori, con oneri poco sensati che aggiungerebbero incertezza a un settore già sotto pressione, ma che continua a dimostrarci la sua resilienza facendo arrivare ogni giorno cibo sulle nostre tavole”.