E’ in calo strutturale la produzione di olio d’oliva in Italia

Nell’ultimo triennio (2020-2022) la produzione media è stata inferiore alle 300mila tonnellate, contro le oltre 500mila del triennio 2010-2012. Tra le motivazioni della diminuzione ci sono le condizioni climatiche avverse, la frammentazione produttiva, volatilità dei prezzi e della redditività.

E’ quanto emerso a Roma, presso la sede di Confagricoltura, con la presentazione di uno studio Nomisma in occasione del convegno “Olio di oliva: impresa, sostenibilità, mercati” e delle celebrazione dell”accordo di filiera tra Confagricoltura e Carapelli Firenze siglato nel 2018 per promuovere la produzione e la filiera dell’olio di oliva extravergine italiano.

Il report di settore:

La filiera olivicola italiana nel mercato globale, tra nuovi trend di consumo e scenari evolutivi” presentato da Denis Pantini di Nomisma, registra una frammentazione produttiva del settore olio testimoniata dal 40% delle aziende olivicole italiane con meno di 2 ettari di oliveto e solo il 2,5% con oltre 50 ettari.
E’ di circa 25 milioni di euro il valore al consumo dell’olio frutto dell’accordo e centinaia di aziende olivicole coinvolte”.

Quattro italiani su dieci acquistano olio d’oliva nella Grande distribuzione organizzata (Gdo), mentre 3 su 10 lo comprano direttamente dal consumatore.

E’ quanto emerso durante la presentazione a Roma.

La ricerca, presentata da Denis Pantini, registra che i prezzi medi di vendita distribuzione moderna moderna 2022 relativi alle Dop (€/Kg) è pari a 11,41, per il 100% Italiano (escluso Dop/Igp) è di 6,81, mentre per il totale Evo è di 5,27 e per il comunitario è di 4,56.

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