Dubai e tutti gli Emirati Arabi Uniti, da terra arida ad un paradiso verde, come?

Lo sapevate che la superficie terrestre è ricoperta da circa un terzo della superficie da deserto. La loro superficie totale è di 50 milioni di chilometri quadrati rappresentando circa il 30% e per Circa il 70% della superficie della terra è coperta da acqua.

In base a questi dati sembrerebbe impossibile quanto annunciato dagli scienziati ed invece si va proprio verso una siccità mondiale non indifferente. Il 99% dell’acqua mondiale è imbevibile in quanto troppo salato o proveniente da ghiacciai. La richiesta idrica totale del mondo è di 1.400.000.000 km.

Gli Emirati Arabi Uniti non hanno fiumi e sono circondati da una terra desertica e arida, piove solo 10 giorni all’anno e quel po’ di acqua che hanno è acqua salata, in quanto sono circondati dal Golfo Persico e dal Golfo di Oman. Tuttavia hanno reso il deserto in un paradiso verde.  Grandi città come Dubai e l’Arabia Saudita sono la gemma verde del deserto. Ma come è stato possibile?

Raccolgono l’acqua salata proveniente dal Golfo Persico o dall’Oceano Indiano, costruendo gigantesche fabbriche specializzate nella rimozione del sale dall’acqua marina, trasformandola in acqua pulita e potabile. Questo processo è chiamato dissalazione.

Ogni giorno vengono dissalati alcuni miliardi di litri di acqua, ma con una popolazione in rapida crescita, i paesi sono sotto pressione per trovare alternative convenienti

Il processo di dissalazione costa circa $60 al metro cubo, per questo si sono studiate alternative meno dispendiose ed è nato il cloud seeding, in italiano la semina delle nuvole. Un processo che costa solo $1 a metro cubo.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno iniziato le operazioni di inseminazione delle nuvole nel lontano 2002 attraverso il Centro nazionale di meteorologia (NCM) per affrontare i problemi di sicurezza idrica. Il paese ha seguito l’approccio convenzionale di accendere razzi igroscopici composti da sali naturali (principalmente cloruro di potassio) alla base delle nuvole convettive vicino al nucleo ascensionale.

Nei primi anni, le operazioni miravano alla frequente convezione estiva lungo le montagne Hajar nordorientali. L’infrastruttura di cloud seeding del paese si è successivamente ampliata nel corso degli anni fino a quando i candidati cloud idonei non sono stati presi di mira per tutto l’anno in tutti gli Emirati Arabi Uniti dal 2010 in poi.

Il Centro Nazionale di Meteorologia (NCM) è l’entità responsabile dell’implementazione delle operazioni di cloud seeding negli Emirati Arabi Uniti. Il Centro vanta competenze specializzate e un’infrastruttura all’avanguardia che comprende più di 100 stazioni meteorologiche, una rete integrata di radar che copre tutte le parti del paese, aerei progettati su misura per eseguire operazioni di semina di nuvole e una fabbrica per produrre alte torce di sale igroscopiche di qualità per l’uso in operazioni di semina delle nuvole.

Nel 2015, gli Emirati Arabi Uniti hanno istituito il programma di ricerca degli Emirati Arabi Uniti per la scienza del miglioramento della pioggia (UAEREP) con il patrocinio di Sua Altezza lo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan, vice primo ministro e ministro degli affari presidenziali.

Gestito dalla NCM, il programma sosteneva la ricerca scientifica nel miglioramento della pioggia e stimolava lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie innovative per il miglioramento della pioggia, offrendo alle proposte di ricerca più promettenti una sovvenzione fino a 1,5 milioni di dollari, dilazionati in tre anni con un importo annuo massimo di 550 mila dollari.

Nei suoi quattro cicli, ovvero fino al 2022 il programma ha offerto sovvenzioni a ben oltre dieci progetti di ricerca innovativi, creando una rete di connessioni con 1.811 ricercatori e scienziati di 806 istituzioni in 70 paesi e ha ricevuto 451 proposte di ricerca.

Nonostante tutto però è giusto precisare che il più grande sistema di inseminazione delle nuvole si trova nella Repubblica popolare cinese. I cinesi modificano il tempo meteorologico per pulire l’atmosfera. Nel 2008, in occasione dei giochi olimpici di Pechino si volle far piovere per evitare che piovesse proprio durante la fastosa cerimonia di inaugurazione dei Giochi. 

La Cina e gli Emirati Arabi Uniti non sono gli unici Paesi che si sono cimentati nel cloud seeding, altri paesi come Israele, Russia, Tailandia, Stati Uniti ed Italia lo hanno fatto per stimolare la pioggia durante periodi di siccità, non appena in cielo si formano nubi con una densità tale da permettere l’inseminazione. 

L’Italia è stata tra i primi Paesi, negli Anni Sessanta, a voler sfruttare tale tecnica per far piovere in periodi di siccità sulla Pianura Padana, ma i risultati sono sempre stati altalenanti, al punto che la sperimentazione è stata interrotta. Le problematiche, infatti, sono notevoli e non sono ancora ben chiare le condizioni ideali per inseminare una nuvola. Ma qui la domanda sorge spontanea è una questione prettamente ti tipo morfologica o anche economica?

A cura della Redazione di Foglie TV

SFOGLIA LA RIVISTA