Dopo la Polonia anche l’Ungheria vita l’import di prodotti agricoli ucraini
Sabato scorso (15 aprile), il governo polacco ha imposto un divieto unilaterale di importazione di grano e numerosi altri prodotti agricoli dall’Ucraina.
A seguito alla decisione della Polonia, anche l’Ungheria ha temporaneamente bloccato le importazioni di grano, semi oleosi e alcuni altri prodotti agricoli ucraini per proteggere il proprio mercato interno, secondo quanto riporta il giornale online the Kyiv Independent del 16 marzo.
“Il governo è impegnato a rappresentare gli interessi della comunità agricola ungherese, motivo per cui, in assenza di misure comunitarie significative, vieta temporaneamente l’importazione di cereali e semi oleosi originari o provenienti dall’ucraina, nonché’ diversi altri prodotti agricoli prodotti in ungheria, in modo simile alla polonia”, ha affermato il ministro dell’agricoltura ungherese ISTVAN NAGY.
Le restrizioni dureranno fino al 30 giugno, che, secondo il ministro, dovrebbe essere un tempo sufficiente all’UE per prendere misure opportune, tra cui il riesame dell’importazione esente da dazi di merci ucraine e il funzionamento dei corridoi di solidarietà, istituiti per aiutare l’ucraina a esportare prodotti agricoli a seguito dell’invasione da parte della Russia e del blocco dei porti marittimi ucraini.
I prezzi bassi del grano si rivelano troppo allettanti per gli acquirenti e i commercianti e indeboliscono i produttori locali.
La politica commerciale è di competenza della commissione europea, ma prima di dare un giudizio sulle iniziative prese da Polonia e Ungheria per bloccare l’import di cereali dall’ucraina si riserva di valutare cosa è stato effettivamente fatto, ha affermato la portavoce al commercio e all’agricoltura dell’esecutivo europeo Miriam GARCIA FERRER.
Le autorità nazionali stanno preparando un secondo pacchetto di aiuti dalla riserva di crisi della Pac, dopo quello da 56,3 milioni di euro destinato a polonia, Bulgaria e Romania approvato definitivamente il 30 marzo scorso, che si spera abbia un iter veloce come il precedente proprio per dare ristoro al più presto agli agricoltori.
Tra le domande poste dai giornalisti, è stato chiesto alla portavoce se la commissione sapesse dire quali cereali creano maggiori turbative, visto che molto import riguardano il mais che serve per l’alimentazione degli animali e che un grosso problema è dato dall’incremento delle quantità di cereali da stoccare. A questo proposito la commissione non sa dare una risposta in tempo reale visti i tempi di raccolta delle informazioni.