Decreto flussi: 42 mila lavoratori in agricoltura

L’approvazione del DecretoFlussi nel Consiglio dei ministri rappresenta una notizia positiva per il comparto agricolo che ha atteso per tutto l’anno questo provvedimento.
Saranno così ammessi in Italia 69.700 cittadini non comunitari residenti all’estero, di cui 42.000 unità per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero.
La filiera agroalimentare italiana necessita ogni anno di oltre 340mila lavoratori stranieri che suppliscono alla mancanza di manodopera nei campi, spesso con profili altamente specializzati e qualificati.
Nell’attesa che con l’inizio del nuovo anno sia possibile presentare domanda e si provveda all’annunciato aggiornamento del Decreto Flussi, come ribadito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, è necessario permettere finalmente l’incontro tra domanda e offerta nel comparto agricolo attraverso una piattaforma digitale.

L’arrivo del decreto flussi 2021 è importante per salvare i raccolti e cogliere nel settore agroalimentare le opportunità che vengono dalla ripresa economica in un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri nonostante la crescita di interesse tra gli italiani. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’annuncio del premier Mario Draghi della firma del provvedimento da parte del Governo atteso in Consiglio dei Ministri.

Una necessità per garantire la programmazione di fronte alle crescenti di difficoltà di spostamento tra le frontiere a seguito della pandemia. L’agroalimentare italiano è uscito dalla pandemia più forte di prima con il record di fatturato e quello delle esportazioni che raggiungeranno i 52 miliardi a fine anno.

Per sostenere la crescita è necessario garantire la presenza di lavoratori in un settore come quello agricolo dove un prodotto su quattro viene raccolto da mani straniere con 368mila lavoratori provenienti da ben 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti.

Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli.

Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre anche dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter essere impiegati nei campi attraverso una radicale semplificazione del lavoro agricolo. Un provvedimento che interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.

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