Fruitimprese: con il balzo dell’export (+14% a tutto luglio) e i minori esborsi sul fronte delle importazioni

Cresce l’export per frutta e ortaggi made in Italy

Fruitimprese: con il balzo dell’export (+14% a tutto luglio) e i minori esborsi sul fronte delle importazioni l’avanzo della bilancia commerciale cresce di quasi dieci volte.

Sfiora quota 3 miliardi di euro l’export ortofrutticolo nazionale nel periodo gennaio-luglio 2021. Lo rende noto Fruitimprese sulla base dei dati Istat, evidenziando dal confronto con i primi sette mesi del 2020 una crescita di oltre il 14%.

La novità, rispetto alla scorsa annata, è il ribaltamento della tendenza negativa delle spedizioni fisiche, con le vendite all’estero che anche in termini quantitativi stanno mostrando adesso una dinamica positiva, oltre che sostenuta, con un aumento dell’8,5%.

Per la frutta fresca, in particolare, che tra le voci che compongono la bilancia commerciale del settore è in assoluto la più rilevante sia per volumi che per valori, si registra un aumento di oltre il 9%, con 1,2 milioni di tonnellate, corrispondenti a quasi il 60% dell’intero ammontare dell’export ortofrutticolo nazionale (2,1 milioni).

L’incidenza della frutta fresca si attesta al 44% se valutata in termini monetari. A tutto luglio l’incasso generato dalle vendite all’estero ha superato quota 1,3 miliardi di euro (+15,6%), contro i 2,98 miliardi conteggiati dall’Istat per l’insieme delle referenze ortofrutticole.

Dalle statistiche relative alle movimentazioni reali emergono progressi a doppia cifra sia per la frutta secca che per quella tropicale, con incrementi rispettivamente del 47% e di quasi il 50%. Altrettanto sostenute le dinamiche monetarie, con il 40% in più di introiti generati dalle vendite all’estero di frutta secca e con il 35% di maggiori incassi dalle triangolazioni commerciali di frutta tropicale.

Per ortaggi e agrumi, che completano le categorie della bilancia ortofrutticola nazionale, emergono andamenti molto più moderati, con aumenti, sempre in relazione ai volumi, del 3,8 e dell’1,6 per cento su base annua, ma con variazioni monetarie negative per gli agrumi.

In generale, emerge un significativo incremento del surplus valutario, con il saldo attivo della bilancia ortofrutticola nazionale passato da meno di 68 milioni di euro del gennaio-luglio 2020 a 670 milioni.

A far lievitare di quasi dieci volte l’avanzo della bilancia commerciale, oltre al positivo andamento dell’export, è stata la dinamica negativa delle importazioni, che in termini monetari hanno registrato una flessione del 9%, con punte del meno 46% per gli agrumi.

Anche a volume gli acquisti dall’estero hanno sperimentato, in questi primi sette mesi dell’anno, una contrazione del 7,5% che ha riguardato tutte le voci ad eccezione della frutta tropicale, con quantitativi importati analoghi a quelli del 2020.

L’ottima performance oltre confine, in una fase peraltro complessa come quella attuale, sta ridando fiducia a un settore che ha subìto quest’anno gli effetti negativi del clima. Per alcuni comparti di punta dell’export tricolore le minori disponibilità avranno ricadute sulle vendite dei prossimi mesi, con situazioni critiche per le drupacee e addirittura di emergenza per le pere, dopo i danni da gelo che hanno sottratto al mercato una buona metà della produzione.

Raccolti inferiori al 2020 si sono avuti quest’anno anche per le mele, la specie frutticola in assoluto più esportata dall’Italia, e per i kiwi, ma situazioni di minori disponibilità si prevedono anche nel comparto degli agrumi.

Restano difficili inoltre le condizioni logistiche, in un contesto caratterizzato da costi elevati per i trasporti su gomma e via nave e da tensioni sui prezzi dei materiali utilizzati per gli imballaggi.

Seppure a un passo più lento rispetto a quello italiano, cresce anche l’export di frutta e ortaggi spagnoli. Nei giorni scorsi la Fepex, l’associazione che riunisce gli operatori commerciali del settore, ha reso noti i dati dei primi otto mesi dell’anno, evidenziando un più 5% su base annua, con vendite all’estero per un corrispettivo economico di 10,6 miliardi di euro.

Positiva, ma nettamente attenuata, anche la dinamica delle esportazioni a volume, con l’1,7% di crescita e un ammontare di 8,9 milioni di tonnellate.

Da rilevare che, a differenza dell’Italia, la Spagna sta aumentando quest’anno anche il ricorso alle importazioni. Il cumulato di ottobre segnala un più 7% di acquisti dall’estero, tra frutta e ortaggi, affiancato da un 4% di crescita dell’esborso monetario rispetto ai primi otto mesi del 2020.

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