Contro la crisi climatica occorre una cabina di regia unica ed una sinergia inter-istituzionale

Una gestione che deve essere sinergia e che espliciti una collaborazione tra istituzioni, enti, agenzie e imprenditori. Ad uscire allo scoperto è stata l’ANBI che, su questo tema, parla chiaro da anni: “giorno dopo giorno si allarga il dramma per campagne arse dalla siccità in un momento fondamentale del processo colturale; per questo, chiediamo al governo di accelerare la decisione su una scelta che, permanendo le attuali condizioni climatiche, appare ineludibile: la creazione di una cabina di regia per la gestione delle risorse idriche sotto il coordinamento della protezione civile”. Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, presidente di Anbi, che così continua: “dal sud al nord Italia siamo impegnati a dare risposte concrete al territorio; abbiamo centinaia di progetti cantierabili, che migliorerebbero la resilienza delle comunità ai cambiamenti climatici, noi possiamo solo metterli a disposizione del paese e della sua classe politica”. 

In questi giorni si è fatto sentire anche il comitato italiano dell’associazione internazionale degli idrogeologi – Iah Italy che evidenzia come “sia logico confermare che l’ottimizzazione dei fabbisogni e consumi idrici nazionali debba prioritariamente passare anche da un’attenta valutazione e un consapevole utilizzo delle acque sotterranee che costituiscono la più consistente risorsa idrica del territorio italiano – oltre che da una corretta politica di risparmio idrico”. Il presidente del consiglio nazionale dei geologi, Arcangelo Francesco Violo, rilancia la necessità di istituire un’agenzia nazionale per il governo della risorsa, in grado di eliminare la frammentarietà della governance e restituire una regia unica per una pianificazione a lungo e medio termine, comprensiva di misure non strutturali e strutturali come i piccoli invasi montani “da realizzare in maniera diffusa, al fine di contribuire alla ricarica artificiale delle falde idriche, acclarato che quella naturale è compromessa dalla diversa distribuzione spaziale delle precipitazioni causata dai cambiamenti climatici in corso”. 

D’altronde ha ragione anche la Coldiretti quando chiede una legge speciale anti-burocrazia sul modello del ponte di Genova per realizzare le opere infrastrutturali come invasi e laghetti necessari per far fronte alla grave emergenza idrica provocata dai cambiamenti climatici. “Con la morsa della siccità che non si allenta, mentre crescono esponenzialmente i danni alle colture e le misure di restrizione sull’uso dell’acqua, occorre accelerare sulla realizzazione di un piano per i bacini di accumulo, poichè solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le riserve idriche necessarie”, ha spiegato Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana che riprende le posizioni di Prandini rappresentate alla stampa in diverse occasioni. 

E in tutto ciò in Puglia non la passiamo molto meglio. La Puglia convive con un vero e proprio paradosso idrico, dilaniata da drammatici fenomeni siccitosi con danni stimati di oltre 70 milioni di euro all’anno per l’impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni; ed al contempo è colpita da alluvioni e piogge torrenziali che provocano allagamenti ma non riescono a sopperire alla grave carenza di acqua. 

Lo spreco di acqua, purtroppo, in Puglia è una tragica realtà. Nella nostra regione, causa le reti colabrodo, si perde 1 litro di acqua su 2; viene perso l’89% della pioggia caduta. Servono interventi infrastrutturali per non disperdere l’acqua piovana e programmi di manutenzione ordinaria e straordinaria di canali di scolo, invasi e reti irrigue, abbandonati a sé stessi da decenni.

Diventa, quindi, fondamentale il ruolo giocato dai Consorzi di Bonifica che, purtroppo viaggiano a due velocità: nel foggiano altamente performanti, nel centro-sud vanno a rilento, non esprimendo tutte le potenzialità che potrebbero mettere in campo. Dunque tanto c’è da fare sul fronte dell’emergenza idrica, ma serve un approccio sistemico al problema che tenga conto di tutte le variabili che impattano sul problema.

A cura della Redazione di Foglie TV

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