I prezzi premiano i frumenti teneri, le carni bovine restano stabili, come il latte spot, mentre prosegue il trend negativo dei suini. E’ quanto emerge dalle rilevazioni dell’Ismea, dalla Granaria di Milano e dalle Cun.

Consumi di ortofrutta stabili nel terzo trimestre 2021

Nel terzo trimestre 2021 le famiglie italiane hanno acquistato ortofrutta per 1.474.600 tonnellate, l’1% in meno rispetto allo stesso periodo del 2020. La spesa ha registrato invece un incremento del 2%, a fronte di una crescita del prezzo medio del 3%.

È quanto emerge dall’Osservatorio di Mercato di CSO Italy, che fotografa uno scenario a doppia velocità: al calo della domanda, soprattutto rispetto al periodo pre-Covid, si contrappone un aumento del giro d’affari dovuto alla crescita del prezzo medio dei prodotti, nella fattispecie degli ortaggi.
Le quantità per la frutta si sono attestate a 824 mila tonnellate, un punto percentuale in meno rispetto allo scorso anno e 8 punti in meno rispetto al terzo trimestre 2019. Diminuito dell’1% anno su anno anche il prezzo medio di acquisto, ma se il raffronto avviene con l’ultima annata pre-Covid si nota un incremento del 9%.

Nello stesso periodo, la domanda di ortaggi è stata di quasi 650 mila tonnellate, di poco inferiore a quella del 2020 (-1%), ma in calo del 5% sulla media del triennio 2016-2019. Con un divario dei prezzi medi del +7% sul 2020 (e del +15% rispetto ai prezzi medi del 2016), la spesa totale per l’acquisto di ortaggi è aumentata del 6% anno su anno.

Analizzando il segmento della IV Gamma, l’Osservatorio CSO Italy rileva una situazione sostanzialmente invariata: per le proposte di insalate monovarietali la domanda si è fermata a 22 mila tonnellate, superando di pochissimo le quantità del trimestre luglio-settembre 2020, mentre si registra un aumento nel caso delle verdure miste elaborate e delle altre verdure pronte. Anche la frutta di IV Gamma segna una lieve crescita della domanda; sebbene si tratti ancora di quantità contenute, le indicazioni di trend sono positive.
Rispetto al segmento dell’ortofrutta biologica, nel trimestre in esame i volumi si sono attestati a 87 mila tonnellate (-1%), evidenziando una contrazione non solo sull’annata precedente ma su tutto il recente passato, a fronte di un prezzo medio di acquisto rimasto stabile.

Interessante l’aumento dei volumi acquistati a peso fisso, passati da 321 a 354 mila tonnellate, evidenziando il +10% delle quantità nonostante l’incremento del 2% del prezzo medio.
Tra i canali di distribuzione la GDO continua a segnare il passo. Nel complesso le vendite della Grande Distribuzione Organizzata nel trimestre agosto-settembre 2021 hanno rappresentato il 71% degli acquisti di ortofrutta delle famiglie italiane. Nello specifico, dai supermercati è transitato il 43% dei volumi acquistati (632 mila tonnellate), dai discount il 15%, dagli ipermercati l’11%. Ben al di sotto del livello pre-Covid le piccole superfici/superette, che avevano beneficiato del fattore prossimità dei punti vendita. Tra i canali tradizionali i fruttivendoli ricoprono la componente di maggioranza con il 12% dell’ortofrutta venduta, sebbene registrino un calo delle vendite del 3% rispetto allo scorso anno. Sono però i mercati rionali a perdere i volumi più importanti, con una flessione del 25% delle quantità vendute rispetto allo stesso trimestre 2020.

La distribuzione geografica degli acquisti vede al primo posto le regioni del Nord Ovest con il 30% delle quote (-6%), seguite dal Centro + Sardegna dove viene assorbito il 25% del totale dell’ortofrutta venduta in Italia (+5%). L’area del Sud, compresa la Sicilia, rappresenta il 23% delle quote nazionali (-8%), mentre il Nord Est il 22% (+7%).
Infine, i prezzi aumentano su tutto il territorio nazionale. Nel dettaglio al Nord Ovest e al Sud (compresa la Sicilia) del 3%, mentre al Nord Est e al Centro (Sardegna compresa) del 2%.

Potrebbe interessarti anche...