Consigli per una buona riuscita dell’impianto di un vigneto

La prevenzione delle malattie virali della vite: buone pratiche per l’impianto di un vigneto
Premettiamo che le malattie virali della vite (così come quelle di altre specie vegetali) non possono purtroppo essere contrastate con alcun mezzo, né chimico né fisico, né tantomeno con pratiche agronomiche. L’unica arma davvero efficace e risolutiva è la prevenzione, da attuare attraverso regole semplici ma rigorose.
Prima dell’impianto: attenzione al nematode vettore
Quando si pianifica l’impianto di un nuovo vigneto, sia da uva da tavola che da vino, è fondamentale verificare l’eventuale presenza nel terreno del nematode vettore Xiphinema index. Se la sua presenza viene accertata, è consigliabile attendere almeno due anni (preferibilmente tre) prima di procedere alla messa a dimora delle nuove barbatelle. Inoltre, è essenziale eliminare tutte le radici del vecchio vigneto.
Ad esempio, se si estirpano le ceppaie a luglio 2025, si potrà procedere con il reimpianto solo a gennaio-febbraio 2027.
Scelta delle barbatelle: certificazione e controlli
Contemporaneamente allo scasso, è bene programmare con anticipo la scelta e l’ordine delle barbatelle innestate, che, quando possibile, dovrebbero appartenere alla categoria “certificato”, riconoscibile dall’etichetta blu apposta sul mazzo o sulla confezione.
Nel caso si opti per barbatelle franche da innestare l’anno successivo alla messa a dimora, è fondamentale prestare particolare attenzione alla scelta delle marze. Ecco le indicazioni da seguire:
- Acquistare preferibilmente marze certificate, anch’esse con etichetta blu.
- Se non disponibili, individuare un vigneto da cui prelevare le marze. Alla ripresa vegetativa (aprile-maggio), osservare pianta per pianta ed escludere quelle che presentano sintomi riconducibili a infezioni virali (come quelli illustrati in foto). Sulle piante apparentemente sane (asintomatiche), applicare una segnalazione (es. un nastro o un’etichetta).
- Durante l’inverno successivo, sottoporre le piante segnalate ad analisi in laboratorio fitopatologico per la ricerca di virus.
- Prelevare le marze solo dalle piante che hanno dato esito negativo all’analisi.
Attenzione alla diagnosi: evitare confusione
Spesso, purtroppo, le malattie virali della vite vengono erroneamente scambiate per problemi di origine nutrizionale o pedoclimatica, e di conseguenza si suggeriscono interventi fertilizzanti costosi che, sebbene possano mascherare temporaneamente i sintomi, non risolvono il problema alla base.
Il GFLV: uno dei virus più dannosi della vite
Tra i virus della vite, il più dannoso è il GFLV (Grapevine FanLeaf Virus), i cui sintomi sono particolarmente evidenti alla ripresa vegetativa. Fino a quando le temperature medie si mantengono intorno ai 24°C, il virus si manifesta con:
- germogli “prezzemolati” (foglie con lobi profondamente incisi),
- biforcazioni dell’apice vegetativo,
- colatura dei fiori,
- scolorimenti gialli lungo i nervi principali delle foglie.
Un’osservazione importante: è possibile rilevare una distribuzione disomogenea dei sintomi sulla stessa pianta, ad esempio con un capo a frutto sintomatico e l’altro del tutto asintomatico o con sintomi lievi.
Nelle prossime edizioni approfondiremo le sintomatologie causate da altri virus della vite.
Articolo a cura di Catucci Leonardo
(CRSFA “Basile Caramia”)