Confcommercio, nasce Confali ente che riunisce 65mila imprese del settore agroalimentare

Dai panificatori agli importatori ed esportatori industriali di carni, passando per i piccoli caseifici e i dettaglianti alimentari, fino ai grossisti e ai distributori automatici di cibo e bevande. Confali, il nuovo organismo di coordinamento del settore agroalimentare di Confcommercio, presentato a Roma, unisce le sette federazioni nazionali di categoria già presenti nell'organizzazione ma fino a oggi divise: Assipan (panificatori), Assocaseari, Confida (distribuzione automatica cibi e bevande), Fedagromercati, Federgrossisti, Fida (dettaglianti dell'alimentazione) e Uniceb (importatori ed esportatori di carni). Complessivamente, il nuovo coordinamento conta 65mila imprese associate, con circa 400mila addetti e un fatturato totale di oltre 51 miliardi, riunendo la rappresentanza del settore e aumentando così la capacità negoziale con politica e istituzioni. Tra gli obiettivi anche il rafforzamento delle attività di informazione rivolte a mercato e consumatori e la formazione degli operatori.
“Si tratta di un cambio di visione strategico in un settore troppo spesso gestito a compartimenti stagni – ha detto Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio e coordinatore di Confali -, non solo per le aziende rappresentate ma anche per i nostri interlocutori istituzionali. L'agroalimentare non è un settore come tutti gli altri, riguarda la nostra sicurezza e la nostra salute e per questo la nascita di una rappresentanza unica di tutta la filiera nella sua complessità è fondamentale per la nostra Confederazione”.
Salgono distribuzione automatica e vendite online
Secondo una ricerca sull'evoluzione dei consumi alimentari in Italia realizzata dall'ufficio studi di Confcommercio in occasione della presentazione di Confali, negli ultimi 10 anni, a fronte di un calo generalizzato dei consumi, l'incidenza della spesa alimentare sul totale dei consumi è cresciuta passando dal 17 al 18%. Nel carrello della spesa scendono però le voci dell'alimentazione tradizionale (pasta, carne, formaggi), mentre tengono i prodotti ittici e sale la spesa per frutta e verdura e quella per i pasti fuori casa. In termini di spesa media mensile, si registra un calo del 15,4% (da 546 a 462 euro), in linea con la riduzione dei consumi totali (-15,1%); tra il 2008 e il 2019 l'evoluzione del commercio al dettaglio ha registrato una riduzione di circa 73mila esercizi di tutte le dimensioni ad eccezione di alcune forme di vendita al di fuori dei negozi (+10.900 attività), in continua crescita soprattutto in due settori: distribuzione automatica di prodotti e vendite attraverso Internet.
Autore: Alessio Romeo
Fonte: Il Sole 24 Ore