Cereali: in stallo prezzi grano duro. Raccolto in Italia verso +5,6%

Andamento BMTI a marzo. Stabilità anche per i teneri nazionali e consolidamento mais

Il mercato del grano duro nazionale è rimasto in fase di stallo anche a febbraio, segnato da consumi tutt’altro che brillanti. Dopo il forte aumento di gennaio, stessa cosa può dirsi per i grani teneri nazionali con andamento stabile condizionati da una domanda contenuta. Questo il quadro a marzo tracciato da BMTI la Borsa Merci Telematica Italiana che come di consueto presenta analisi anche per mais e cereali esteri.

Tornando nel dettaglio al grano duro, i prezzi hanno mostrato poche variazioni, a eccezione dei ribassi osservati in chiusura di mese. Il grano duro fino è rimasto fermo sui 296 €/t, praticamente invariato rispetto a gennaio (-0,2%). I prezzi attuali rimangono, invece, più alti rispetto alla scorsa annata (+6,5%). Peraltro, la fase di stabilità è proseguita anche in apertura di marzo.

Statici anche i prezzi dei grani duri di importazione, con variazioni limitate sia per il grano canadese (+1,4% su base mensile per il n.1 quotato alla Borsa Merci di Bari) e per il grano proveniente dalla Spagna (+1,1%). Circa la prossima annata, il Coceral, l’Associazione europea che rappresenta il commercio di cereali e semi oleosi, nelle stime diffuse a marzo delinea per l’Italia un aumento del raccolto del 5,6% nel 2021 (da 3,8 a 4 milioni di tonnellate). Le superfici si attesterebbero su 1,3 milioni di ettari (+4%). Tra gli altri paesi, crescerebbe la produzione anche in Francia (da 1,3 a 1,5 milioni di tonnellate). La produzione dei 27 Stati membri tornerebbe così sugli 8 milioni di tonnellate (+7,7%).Circa la prossima annata, il Coceral, l’Associazione europea che rappresenta il commercio di cereali e semi oleosi, nelle stime diffuse a marzo delinea per l’Italia un aumento del raccolto del 5,6% nel 2021 (da 3,8 a 4 milioni di tonnellate). Le superfici si attesterebbero su 1,3 milioni di ettari (+4%). Tra gli altri paesi, crescerebbe la produzione anche in Francia (da 1,3 a 1,5 milioni di tonnellate). La produzione dei 27 Stati membri tornerebbe così sugli 8 milioni di tonnellate (+7,7%).

Quanto ai prezzi attuali dei grani teneri, rimangono comunque su valori sostenuti. Il grano tenero panificabile si è attestato su un prezzo medio di 235 €/t, più elevato del 17,7% rispetto allo scorso anno. Il confronto con il 2019 rimane positivo anche per i grani teneri di forza, con il prezzo attuale più alto dell’8,4%. Stabilità che è proseguita per i grani nazionali anche nella prima parte di marzo, a fronte di un leggero cedimento dei prezzi dei grani di provenienza comunitaria. Circa l’annata 2021/22, il Coceral nelle sue stime di marzo prospetta per l’Italia un raccolto di 2,8 milioni di tonnellate nel 2021, praticamente invariato rispetto al 2020 ma in calo di 200mila tonnellate rispetto alla stima di dicembre. Sulla scia della crescita attesa in Romania e, soprattutto, Francia, è attesa, invece, in recupero la produzione comunitaria. Il raccolto complessivo dei 27 Stati membri si riporterebbe abbondantemente sopra i 120 milioni di tonnellate, in crescita del 6,7% su base annua (da 118,7 a 126,6 milioni di tonnellate).

Assestamento anche per il mais. Dopo il balzo osservato a gennaio, i prezzi del mais nazionale hanno registrato un assestamento a febbraio, dovuto sia ad una maggiore disponibilità di prodotto rispetto alla domanda sia al rallentamento delle quotazioni estere. I valori attuali del mais ad uso zootecnico rimangono comunque sostenuti, attestandosi a febbraio su un prezzo medio di 222 €/t, in crescita di quasi il 30% su base annua e, soprattutto, ai massimi da giugno 2013.

Le rilevazioni di inizio marzo hanno mostrato, invece, una maggiore debolezza, con prezzi in leggero calo sia per il prodotto nazionale che di provenienza UE ed extra UE. Con ancora diversi mesi a separare dalla prossima annata, le prime stime sulle superfici 2021 in Italia si mostrano in linea con il 2020. Secondo l’indagine Istat sulle intenzioni di semina gli ettari complessivi registrerebbero un -0,4% annuo. Identico calo che, tra le diverse aree, accuserebbero le regioni del Nord-Ovest, a fronte di un +3,1% atteso nel Nord-Est. Negative, invece, le attese sulle superfici nell’UE-28: le stime di febbraio dell’International Grains Council prevedono per l’annata 2021/22 un calo del 2% annuo.

Infine, i cereali esteri. Dopo i rialzi dei mesi scorsi, si è osservata nel mese di febbraio una frenata delle quotazioni dei principali cereali scambiati sul mercato internazionale, soprattutto per il mais. Le quotazioni attuali rimangono comunque elevate. Secondo il report IGC dello scorso 25 febbraio, la produzione cerealicola mondiale nell’attuale annata aumenterà di 31 milioni di tonnellate rispetto alla precedente, salendo sui 2,2 miliardi di tonnellate, principalmente per i maggiori raccolti previsti in Australia, Kazakistan e Russia. Si prevede, invece, che la produzione globale di grano aumenterà nell’annata 2021/22 per la terza annata consecutiva, toccando un nuovo picco di 790 milioni di tonnellate (+2% su base annua).

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