Biosicurezza dei sistemi agricoli e forestali in Italia e progetti di controllo biologico degli organismi alieni nocivi

Il termine Biosicurezza riferita ai Sistemi Agricoli e Forestali può sembrare ad alcuni esagerato, in quanto nel sentire comune parola collegabile ad altri e più gravi scenari delle vicende umane, ma a ben vedere, se riflettiamo su quanto incidano sulle produzioni agricole le “Invasioni Biologiche” causate dalla diffusione epidemica di organismi e microrganismi alieni invasivi dannosi alle piante, forestali e più in generale sull’ambiente, ci rendiamo conto che forse proprio di Biosicurezza si tratta.
L’Italia per la sua posizione geografica nel Mediterraneo, per la diversificazione fitoclimatica e per gli elevati flussi commerciali, si trova ad affrontare più di altri Paesi i rischi derivanti dall’introduzione accidentale di “Pests”, tanto che le organizzazioni del settore agricolo stimano le perdite annue per il sistema agroalimentare superiori a 1 miliardo di euro.
Al riguardo basta evidenziare la strage degli ulivi nel mezzogiorno che ha seguito l’arrivo di Xylella fastidiosa, o il crollo della produzione frutticola nel centro e nord Italia causata da Halyomorpha halys, per rendersi conto delle devastazioni delle specie aliene.
In questo contesto è però altrettanto importante evidenziare che l’Italia è la nazione europea dove sono stati avviati alcuni tra i più importanti Programmi Nazionali di Lotta Biologica per il controllo di Insetti alieni dannosi alle piante.
Il primo Progetto, promosso dal Servizio Fitosanitario Centrale del MASAF, è stato mirato al controllo della Cimice asiatica, Halyomorpha halys, una delle principali minacce per i sistemi agricoli. Nel controllo di questo Insetto la lotta chimica richiede un impatto ambientale non sostenibile. Trattandosi di una specie aliena favorita nella sua diffusione epidemica dalla mancanza di fattori biotici di contenimento, il ricorso alla “Lotta Biologica Classica” con individuazione nei luoghi di origine del fitofago di antagonisti naturali e la loro introduzione nei nuovi ambienti, rappresenta il cardine di una corretta strategia di controllo. Tra gli antagonisti naturali di questo Insetto particolare importanza hanno i nemici naturali che depongono le loro uova nelle uova della Cimice uccidendole e a livello mondiale l’attenzione si è concentrata sulla specie Trissolcus japonicus. Il CREA, su incarico del Comitato Fitosanitario Nazionale ha introdotto nel 2018 in condizioni di quarantena un ceppo dell’antagonista naturale per verificarne con test di Laboratorio le potenzialità e stimarne l’impatto ambientale e nel 2020 ha avviato uno specifico Piano Nazionale di Lotta Biologica, che ha visto il coinvolgimento dei Servizi Fitosanitari di 10 Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, la Fondazione E. Mach, 6 Università (Torino, Padova, Bologna, Reggio Emilia, Perugia, Sassari), CNR (IPSP, IRET) e il Centro di Laimburg.
Un altro insetto per il quale in Italia è stato predisposto un Piano Nazionale di Lotta Biologica è il Dittero Drosophila suzukii, che pochi anni dopo la sua introduzione accidentale è divenuto il parassita chiave di ciliegio e piccoli frutti, con un impatto notevole sia dal punto di vista economico che sociale ed ambientale, con perdite di prodotto variabili tra il 25 e il 35%. A seguito dell’aggravarsi della situazione è stato preparato dalla Fondazione E. Mach di Trento insieme con il CREA un ulteriore Piano di Lotta Biologica, per la liberazione in Italia di un microimenottero antagonista naturale dell’Insetto. Nel 2021 è stato quindi avviato dai Servizi Fitosanitari di 7 Regioni e delle due Province autonome, con la collaborazione di Università (Trento, Torino, Milano, Verona, Bologna, Catania), CNR, Agrion, Centro di Laimburg e CIHEAM uno specifico Programma Nazionale.
Un terzo Programma di Lotta Biologica è stato avviato di recente dal CREA-DC che dal 2021 è divenuto Istituto Nazionale di Riferimento per la Protezione delle Piante, su mandato del Comitato Fitosanitario Nazionale per affrontare la problematica Cocciniglia tartaruga, Toumeyella parvicornis, causa di devastazioni nelle Pinete di Pino domestico di Campania e Lazio e stata segnalata anche in altre Regioni italiane. La Cocciniglia ha manifestato un incremento esponenziale delle sue popolazioni portando in breve alla distruzione sia di complessi forestali che di alberature storiche e singoli esemplari di Pino di grande valore paesaggistico e ambientale.
Considerato che l’unica strategia attuabile al momento l’immissione mediante iniezioni ai tronchi di fitofarmaci costituisce solo una soluzione tampone, peraltro applicabile solo in contesti urbani o periurbani, è stato avviato anche in questo caso un Progetto di Lotta Biologica che ha portato ad identificare in America un antagonista per il quale le indagini svolte in Italia in condizioni di quarantena hanno evidenziato elevate potenzialità di biocontrollo. Nei prossimi mesi anche per questo antagonista naturale sarà presentato al MASE la proposta di utilizzo in un Piano Nazionale di controllo.
Nel complesso i 3 esempi di Programmi Nazionali di Lotta Biologica presentati evidenziano come il nostro Paese si ponga all’avanguardia nell’utilizzo di soluzioni per il controllo della diffusione epidemica e dei danni di specie aliene invasive dannose all’agricoltura, alle foreste e al verde urbano che non trova uguali in Europa, a testimonianza di quanto sia risultato importante la messa in campo di sinergie tra i Servizi Fitosanitari Regionali e le istituzioni scientifiche del nostro Paese, con il coordinamento dell’Istituto Nazionale di Riferimento per la Protezione delle Piante.

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