BASF sensibilizza la filiera agricola italiana sul tema degli stabilizzatori dell’azoto

  • Presentato con un evento presso l’azienda agricola Valletta lo studio del professor Acutis

  • Il 70% delle emissioni di anidride carbonica prodotte per coltivare 1 ettaro di terreno sono da attribuire alla fertilizzazione
  • I fertilizzanti azotati sono fattori produttivi che contribuiscono a migliorare rese e sostenibilità

Cesano Maderno, 28 giugno 2022 – Il contesto macroeconomico sempre più complesso e in continuo cambiamento ha riproposto con forza la necessità di efficientare i mezzi tecnici che contribuiscono a migliorare le rese e a realizzare un’agricoltura sempre più sostenibile, in linea con quanto definito dalla strategia Farm to Fork. In questo scenario, un tema di grande attualità riguarda i fertilizzanti azotati.

BASF è da sempre a fianco degli agricoltori nel proporre soluzioni che includono una corretta gestione del suolo e delle risorse azotate, riducendo l’impatto ambientale di determinate pratiche agricole, quali la fertilizzazione. A dimostrazione di questo, lo scorso 24 giugno ha presentato i risultati ottenuti nelle prove dei campi dell’azienda agricola Valletta (Bologna) grazie all’impiego delle sue soluzioni per stabilizzare l’azoto: Limus®, inibitore dell’ureasi che rallenta l’attività dell’enzima riducendo la volatilizzazione dell’ammoniaca, Vizura® e Vibesol®, stabilizzatori dei batteri del terreno responsabili del processo di conversione dell’azoto da ammoniacale a nitrico per le matrici organiche e minerali.

Le prove sperimentali condotte nell’annata agronomica 2021-2022 hanno avuto l’obiettivo di misurare le rese e l’impatto carbonico delle parcelle coltivate con tecniche agronomiche sostenibili rispetto a quelle convenzionali. L’analisi dei risultati ha dimostrato che l’utilizzo di inibitori come Limus® (ureasi), Vibesol® (nitrificazione) e Vizura® (nitrificazione) porta a una riduzione della CO2 da un minimo del 32% ad un massimo del 38% rispetto alle emissioni di campi coltivati mediante impiego di concimi convenzionali minerali

Nel corso dell’evento che ha coinvolto istituzioni e rappresentati della filiera agro- alimentare, centrale l’intervento del Professor Marco Acutis, Ordinario presso l’Università degli Studi di Milano: con l’ausilio di un modello scientificamente validato, il professor Acutis ha stimato, per gli anni 2022-2040, le emissioni di anidride carbonica dell’azienda agricola Valletta con l’utilizzo della fertilizzazione azotata inibita basata sulle indicazioni emerse dalle prove condotte con le linee BASF. Questi dati sono stati confrontati con la serie storica 2000-2021 in cui nei campi dell’azienda non sono stati impiegati questo tipo di soluzioni.

Lo studio ha evidenziato chiaramente come, considerando i parametri pedologici, metereologici e colturali, un grosso ruolo nelle emissioni venga giocato dalle fertilizzazioni, oltre che dall’interramento dei residui colturali. Introducendo le tecniche colturali dell’urea e del biodigestato inibiti è emersa una riduzione di emissioni di oltre 600 Kg di CO2 equivalenti.

Abbiamo voluto dimostrare che esiste una proposta di valore ambientale, oltre che economica, realizzabile con l’impiego delle nostre tecnologie di inibizione di concimi e biodigestati. L’ottimizzazione e l’efficientamento dell’azoto nel terreno può contribuire quindi alla riduzione sia dell’attività nitrificante sia della produzione di gas serra, con un impattano anche sul bilancio economico dell’azienda grazie a minori sprechi di concime” – ha affermato Gian Luca Tabanelli, Business Manager P&SS di BASF in Italia e Israele

Il 70% delle emissioni di anidride carbonica prodotte per coltivare 1 ettaro di terreno sono da attribuire alla fertilizzazione.

Stefania Meloni – Regulatory, PGA e Sustainability Manager della divisione Agricultural Solutions di BASF

Gli stabilizzatori dell’azoto sono uno degli strumenti che possono contribuire a raggiungere gli obiettivi definiti dall’Unione europea” – ha aggiunto Stefania Meloni, Regulatory, PGA e Sustainability manager della divisione Agricultural Solutions di BASF. “L’innovazione tecnologica ha oggi più che mai un ruolo chiave nel rendere l’agricoltura maggiormente sostenibile. Prodotti come Limus® e Vizura® diventano quindi soluzioni chiave per supportare questa transizione e ridurre la perdita nell’ambiente di nutrienti fino al 50%, oltre a rendere più efficiente l’uso di fertilizzanti, in linea con gli obiettivi di riduzione del 20% previsti dalla strategia Farm to Fork”.

BASF stima che gli stabilizzatori dell’azoto possano diminuire di un terzo l’impronta dei fertilizzanti usati in Unione Europea, eliminando in un anno circa 32 milioni di tonnellate di CO2, un valore paragonabile alla riduzione di 8,9 milioni di macchine dalle strade.

Informazioni sulla Divisione Agricultural Solutions

L’agricoltura è fondamentale per garantire l’accesso a cibo sano e sufficiente per una popolazione in continua crescita, riducendo al contempo l’impatto sull’ambiente. BASF collabora con partner ed esperti e integra i criteri di sostenibilità in tutte le decisioni di business, per aiutare gli agricoltori a produrre in modo sempre più sostenibile. Investiamo in modo significativo in Ricerca e Sviluppo, trasformando il nostro pensiero innovativo in azioni concrete sul campo. Il nostro portafoglio comprende sementi tradizionali e con tratti genici specificamente selezionati, prodotti per la protezione delle colture di origine chimica e biologica, soluzioni per la gestione dei terreni, la salute delle colture, antiparassitari e servizi digitali. Con team di esperti in laboratorio, nei campi, negli uffici e in produzione, lavoriamo per trovare il giusto equilibrio per il successo degli agricoltori, l’agricoltura e le generazioni future. Nel 2021 la nostra divisione ha generato un fatturato di 8,2 miliardi di euro. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet www.agriculture.basf.com o sui nostri canali social.

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