Avvio di stagione nella norma per le drupacee

Ad ogni avvio di stagione, ormai da anni, monta l’apprensione degli agricoltori per la speranza di un buon raccolto, al riparo dai danni causati da fenomeni atmosferici avversi, e soprattutto per una fase mercantile al riparo da crisi commerciali, che riesca a ripagare il duro lavoro per portare al termine le produzioni.

Anche il 2023 non si è sottratto a queste dinamiche, accentuate dalle permanenti condizioni primaverili che si sono susseguite fino alla seconda decade di gennaio. Temperature giornaliere a cavallo dei 20°C nella tarda mattinata, con cielo sempre terso ed una luminosità elevata e senza pioggia.

Ed infatti alcune varietà di pesche e nettarine – Garcima, Patagonia, Copacabana, Early Bomba ecc., in molti areali son sbocciate già a metà gennaio, stimolando l’intervento sui social media dei soliti sciamani e sulla stampa i comunicati allarmistici dei predicatori di sventure.

Facciamo un po’ chiarezza sullo stato vegetativo delle specie frutticole in relazione ad andamento climatico e varietà coltivate.

Per la frutticoltura la situazione è migliorata a partire dalla seconda metà del mese di gennaio per l’abbassamento termico che si è avuto. Fino a quel momento non c’era stato praticamente accumulo di freddo per le drupacee e si era in penuria d’acqua.

Le basse T° che si stanno susseguendo ormai da oltre 3 settimane, hanno bloccato o fortemente rallentato la ripresa vegetativa delle specie fruttifere. Il temuto rischio di un mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo per le drupacee, alla data odierna di redazione della presente nota (14 febbraio) può dirsi del tutto scongiurato.

Infatti calcolando il fabbisogno in freddo con i due metodi conosciuti

Metodo Weinberger: sommatoria delle ore del giorno con temperatura < 7°C;

Metodo Utah: che considera anche le ore che superano, per eccesso o difetto, il range di temperatura ottimale al soddisfacimento del “fabbisogno in freddo” delle piante (2.5<T<9.1°C).

Con questo metodo il cumulo è espresso in C.U. (chilling unit), utilizzando i parametri così come indicato nella tabella che segue:

 

Temperatura (°C)

Chilling Unit (CU)

T < 1,4

0

1,5 < T < 2,4

0,5

2,5 < T < 9,1

1

9,2 < T < 12,4

0,5

12,5 < T < 15,9

0

16    < T < 18

-0,5

T > 18

-1

 

l’elaborazione dei dati rilevati alla data odierna, dimostrano ampiamente il superamento della soglia necessaria per il pieno fabbisogno in freddo delle specie e varietà coltivate nelle nostre regioni, che generalmente hanno valori compresi tra 400 e 800 C.U.; infatti, in molte zone, il freddo accumulato è intorno a valori di 1000 CU e quindi il risveglio vegetativo dovrebbe avvenire nei tempi canonici previsti, a meno di bruschi cambiamenti nelle prossime settimane.

Sul lato della risorsa idrica, gli invasi che riforniscono i frutteti pugliesi e metapontini (quelli ubicati nel foggiano: Capacciotti, Capaccio sul Celone, San Pietro sull’Osento, Occhito e quelli in Basilicata: Monte Cotugno, San Giuliano, Basentello) sono al limite della capienza.

Le varietà che attualmente hanno iniziato a fiorire o sono in fioritura, sono tutte varietà caratterizzate dal basso fabbisogno in freddo e quindi il percorso fenologico attuale è perfettamente nella norma, senza sbandierare ai quattro venti previsioni di imminenti catastrofi.

Ancora una volta entra in gioco la scelta varietale e la vocazionalità dell’ambiente di coltivazione, un binomio da considerare a priori quando si pianifica la realizzazione di un nuovo impianto.

Per quanto riguarda le singole specie, il mandorlo è in fase di gamma gonfia per le varietà a fioritura più precoce come Filippo Ceo e Soleta; il ciliegio, laddove non sono stati operati interventi per favorire l’anticipo vegetativo (pratica pericolosissima se correlata all’andamento delle temperature di questa stagione) è completamente fermo; idem per l’albicocco, mentre si registrano le prime fioriture di varietà di susino cino-giapponese.

C’è tempo sufficiente per terminare le potature invernali, assicurare la protezione delle piante con i trattamenti al bruno e prepararsi ad una stagione fenologicamente normale. E’ questo il quadro generale della frutticoltura pugliese e lucana alla data odierna.

Questo non significa che le insidie atmosferiche siano ormai del tutto sorpassate. E’ sempre vivo il ricordo delle gelate tardive dell’8 e 9 aprile 2019, o delle grandinate distruttive sempre più frequenti.

Avanti allora con fiducia e nella consapevolezza di dover operare con la massima cautela, potendo anche contare su mezzi tecnici e tecnologie che possono essere di grande aiuto.

Non dimenticando però alcuni capisaldi:

  • vocazionalità del territorio;
  • corretta scelta varietale;
  • corretta tecnica colturale senza eccessi e forzature;

associati al ricorso di dotazioni tecniche oggi disponibili i                     

  • possibilità di difesa passiva con protezioni;
  • utilizzo di apparecchiature in grado di scongiurare abbassamenti termici pericolosi in particolari momenti critici – ventilatori antigelo, micro-irrigazione sopra chioma, generatori di nebbia, ecc.;
  • senza tralasciare la protezione passiva delle colture attraverso le assicurazioni.

 

A cura di Agrimeca Grape & Fruit Consulting srl

sfoglia la rivista

 

Potrebbe interessarti anche...