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Andrea Dibenedetto di ‘L’Archetipo’ Svela il Ruolo dei Vini Dealcolati e le Sfide del Settore

L’azienda agricola “L’Archetipo” è un’eccellenza nel panorama vitivinicolo italiano. Situata a Castellaneta (TA), nell’area pugliese, si estende su circa 33 ettari vitati, producendo vini di alta qualità con un approccio sinergico all’agricoltura. Fondata nel 1980 da Carlo Dibenedetto, l’attività è oggi portata avanti dalla sua famiglia, con una tradizione che affonda le radici nel territorio.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Andrea Dibenedetto, nipote del fondatore, per parlare di alcuni temi emergenti nel settore vitivinicolo.

Francesca: “Ciao Andrea, è un piacere sentirti. Sarei curiosa di conoscere la tua opinione su due temi che stanno acquisendo sempre più rilevanza nel settore. Ma prima, mi piacerebbe sapere quali vitigni avete attualmente in impianto.”

Andrea: “Ciao Francesca, è sempre un piacere parlare di vino. La nostra azienda è a conduzione familiare e si trova a 350 metri sul livello del mare. Ci occupiamo esclusivamente delle nostre produzioni, senza acquistare uva da terzi. Affiniamo tutto in azienda, compreso il processo di spumantizzazione e imbottigliamento. Al momento, coltiviamo Primitivo, Negramaro, Aglianico, Fiano, Greco, Moscatello Selvatico, Verdeca, Falanghina, Susumaniello, Maresco e Marchione. Inoltre, sperimentiamo con alcuni vitigni minori che non commercializziamo.”

i vini dealcolati

Francesca: “Andrea, immagino tu abbia sentito parlare del nuovo decreto sui vini dealcolati. Cosa ne pensi? Ritieni che possa rappresentare un’opportunità per i produttori, ampliando il mercato, e per i consumatori che potrebbero riavvicinarsi al gusto del vino, pur non potendo consumare alcol? Oppure pensi che i vini dealcolati rischino di denaturare la vera essenza del vino?”

Andrea: “Da produttore, partiamo dalla definizione stessa di vino: il vino è il prodotto della fermentazione alcolica di mosti ottenuti da uve. In questo contesto, non mi sento di considerare i vini dealcolati come veri e propri vini, ma più come succhi d’uva. Inoltre, il processo di dealcolazione è complesso e artificiale, rendendo il prodotto finale un’alterazione rispetto al vino tradizionale. Se parliamo di diversificazione del mercato, molti produttori cercano di raggiungere segmenti di consumatori che altrimenti non potrebbero avvicinarsi al vino, sfruttando la percezione storica e simbolica che il vino ha. Tuttavia, dal mio punto di vista, è difficile riconoscere in questo prodotto l’autenticità del vino.”

le nuove etichette

Francesca: “Ti ringrazio molto per aver condiviso la tua opinione su questo tema. Passando ad una provocazione, avrai sicuramente sentito parlare del nuovo orientamento di una parte della politica  che vuole paragonare il vino al tabacco e quindi inserire degli allert in etichetta, assimilabili a quelle presenti sui prodotti contenenti nicotina, che mettano in evidenza i possibili rischi che il consumo di alcolici determina sulla salute umana.”

Andrea: “Francesca, in questo caso parlo da persona, non da produttore. Il vino è una delle bevande più antiche della storia dell’umanità, ed è sempre stato consumato. Parlo di vino di qualità, prodotto in modo responsabile, non del vino industriale. Il vino contiene alcol, ma non solo: è ricco di antiossidanti, polifenoli e altre sostanze benefiche per il nostro organismo. A mio avviso, il rischio per la salute non dipende solo dal vino, ma dal suo consumo eccessivo.”

Concludendo, l’azienda agricola “L’Archetipo” si distingue per un impegno costante nella qualità e nell’autenticità dei suoi vini, rimanendo fedele alle tradizioni del territorio e alle proprie radici familiari. Le opinioni di Andrea Dibenedetto offrono uno spunto di riflessione sul futuro del settore vitivinicolo, dove innovazione e tradizione devono trovare un delicato equilibrio.

Articolo a cura di Francesca Galizia