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Anche il Vertical farming è agricoltura

Un novembre caldo per il dibattito sul clima e il futuro del nostro paese. I BIG, rappresentanti dei Paesi, e gli attivisti di tutto il mondo sono in questi giorni a Glasgow per proporre, trovare e soprattutto attivare soluzioni che permettano ai figli dei nostri figli di vivere in un pianeta vivibile. Proprio oggi si conclude il COP26 e le prossime settimane avremo tutti modo di leggere, ascoltare dibattiti e farci un’opinione sulle azioni concrete che verranno introdotte dalla politica, dai settori pubblici e privati. Permettetemi un breve spot: il motto del nostro Studio è proprio una celebre citazione di Ghandi: “be the change you want to see in the world”.

Fatta questa premessa addentriamoci in uno dei temi che a noi sta a cuore: l’agricoltura. Un settore sotto i riflettori per le questioni climatiche perché, tra le varie motivazioni, è uno dei maggiori produttori di CO2, consuma suolo, distrugge la biodiversità. Durante il COP26 sono stati diversi gli appuntamenti per lanciare azioni di sostegno all’innovazione in agricoltura, e siamo in attesa di sapere quali semi sono stati piantati. Nel frattempo, in Italia è stato fatto un importante passo in questa direzione: lo scorso 26 ottobre la Giunta Regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità la legge sull’agricoltura urbana che incentiva i tetti verdi, riconoscendoli nella pianificazione urbanistica, le infrastrutture verdi multifunzionali e, last but not least, le vertical farm trattandole come attività agricole.

La legge regionale sull’“Agricoltura urbana, periurbana e metropolitana” rappresenta un contributo al raggiungimento degli obiettivi globali di sostenibilità ambientale e di resilienza ai cambiamenti climatici che promuove l’innovazione in agricoltura. Questo tipo di coltivazione, infatti consente risparmio di suolo, acqua ed energia abbattendo l’utilizzo di sostanze chimiche ed attirando all’agricoltura nuove competenze professionali in grado di favorire anche il ricambio generazionale. Inoltre, come sa chi ci legge e segue le nostre attività da tempo, il vertical farming è un settore in crescita esponenziale: oggi nel mondo vale oltre 2 miliardi di euro ma le previsioni parlano di 5,8 miliardi nel 2022.

 

Ma scendiamo nel tecnico della legge: all’imprenditore che esercita le attività di vertical farming si applica d’ora in poi in Lombardia la disciplina ex art.2135 del Codice Civile (imprenditore agricolo) e dell’Imprenditore Agricolo Professionale (IAP). Le attività di vertical farming sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso urbanistiche previste dalla normativa vigente e possono essere ubicate esclusivamente presso edifici esistenti, anche mediante interventi di ristrutturazione edilizia. La norma, orientata nell’ottica di prevenire il consumo di suolo, si propone di favorire l’insediamento soprattutto nei centri urbani. L’attività potrà essere avviata anche su aree a destinazione commerciale, industriale o produttiva ad eccezione dell’uso residenziale. Inoltre, gli interventi di recupero degli edifici esistenti per l’insediamento delle fattorie verticali possono usufruire delle agevolazioni in materia di rigenerazione urbana previste dalla LR 12/05 per gli interventi di recupero degli edifici esistenti e resta possibile la nuova costruzione delle fattorie verticali nelle aree destinate all’agricoltura. Ciò significa che non è necessario che il terreno sia ad uso agricolo per poter avviare un’attività.

Autore: Aurora Marin