Agricoltura: CERCO UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE
Al centro dell’agricoltura non c’è più l’agricoltore ma la finanza
Nuova mezzadria o uberizzazione? Ormai un anno fa provocatoriamente lanciavo una domanda retorica relativa all’agricoltura: se 10 aziende detengono il 70% del mercato varietale torneremo a fare i mezzadri, producendo per “conto” di qualcuno che ci dovrebbe dire come produrre, per chi produrre ed a quanto vendere…mezzadria 4.0, appunto.
Un concetto ripreso, non a caso, da un rappresentante degli agricoltori spagnoli, che in una assemblea pubblica tuonava: “Se nel settore si impone il nuovo modello di oligopoli aziendali, la Spagna si dirige verso un uliveto senza agricoltori”.
Una analisi, la sua, lucida ed ancorata a proiezioni statistiche solide. In Spagna, la stessa nazione da noi tanto inseguita e presa a modello, a livello generale, la compravendita di proprietà rurali ha registrato un aumento significativo, con un incremento del 20% rispetto al 2019.
Questo boom è guidato da grandi fondi di investimento speculativi, sia nazionali che esteri, che cercano colture attrattive come gli alimenti legnosi (nel caso degli oliveti) e i superfood. Attualmente, nella penisola iberica, più di 900 fondi possiedono già terreni per un valore di oltre 100 miliardi di euro. Un fenomeno, quello dell’ingresso nella partita, che ha un impatto sul rialzo del prezzo dei terreni agricoli cui ormai hanno accesso solo i grandi proprietari.
Secondo il CREA in Italia il prezzo medio a ettaro è 28.800 euro, con al top i 47mila euro nel Nord Est e i 37.400 (+3%) nel Nord Ovest, valori molto inferiori al Centro (15.400, +0,7%), Sud (13.700, +1,5%) e isole (8.900, + 1,1%). Un affare, quindi per pochi, che impatta sul calo “demografico” delle aziende agricole attive. Non a caso, nella fattispecie dell’oliveto, soprattutto in Andalusia, (con grande incidenza nelle province di Siviglia, Córdoba e Cadice), il processo di uberizzazione è stato uno dei fattori che hanno influenzato la sostanziale riduzione del numero di aziende agricole: negli ultimi 20 anni se ne è perso il 59% (da 602.250 nel 1999 a 247.318 nel 2020), mentre la produzione di olio d’oliva è cresciuta del 65%.
Cosa si intende per uberizzazione? Presto detto: si intende la creazione dell’agricoltore a chiamata…cioè la trasformazione dell’imprenditore agricolo da lavoratore autonomo ed indipendente in “dipendente” di grandi aziende agroalimentari, come sta già accadendo in altre parti del mondo come l’Argentina o il Brasile. Ecco perchè si parla di mezzadria 4.0, con la conseguente perdita di migliaia di ettari coltivati e di migliaia di aziende che chiudono.
In Spagna, il calo delle aziende riguarda tutte le filiere: solo la regione Valenciana ha perso più di 2mila ettari (-2,4%), gli agrumi hanno perso 1.347 ha, le drupacee altri 900 ettari, i vigneti 381 ha e i cachi -154 ha. L’agricoltura sta cambiando e l’agricoltore è sempre più un corpo estraneo e non al centro di questo cambiamento in cui centrale è ormai diventata la finanza speculativa!
L’augurio che faccio al mondo agricolo e a tutte le professioni che ne fanno parte integrante è di iniziare un “Disordine Virtuoso ” per disegnare nuove traiettorie di FUTURO!
Auguri.
Editoriale a cura di Donato Fanelli